In Italia la costruzione del prototipo del jet ipersonico europeo

Roma – New York in 2 ore di tempo, contro le attuali  contro le attuali 9 circa.  Non una prospettiva avveniristica ma una realtà nel prossimo futuro e grazie anche all’industria italiana.

L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha elaborato il progetto Hexa Fly  che prevede la realizzazione di un aereo civile ipersonico: un jet in grado di volare a 8 volte la velocità del suono e il primo prototipo sarà costruito dalle italiane Marotta in collaborazione con SolidWorld e la società tecnologica Vection Technologies nel 2024, per volare, prevede il programma, nel 2026.

Grazie alla tecnologia avanzata che consente simulazioni digitali, realtà virtuale e metaverso messe a disposizione della sinergia delle imprese, l’ESA conta di recuperare il progresso degli altri Paesi – come la Cina e gli Stati Uniti – che da tempo investano nel trasporto civile con i jet ipersonici, senza però aver raggiunto risultati concreti.

Dovendo viaggiare al di sopra delle rotte tradizionali sconfinando nello spazio questi aeri dovranno essere dotati da una aerodinamica in grado di supportare le alte temperature dovute al rientro dei voli e da motori potenti fino a spingerlo, dicevamo, a 8 volte la velocità del suono.

In termini di misurazione del rapporto tra velocità e velocità del suono sarà un Mach* 8. Se ogni Mac equivale a 1225 Km/h, il nostro ipersonico supererà i 9mila chilometri orari. La domanda, allora, sorge spontanea, come la mettiamo con il consumo di carburante?

È una questione fondamentale risponde ESA che ha causato insieme agli esosi costi, del biglietto e della manutenzione, il declino dei voli supersonici (Mach 1 – Mach 2). Vi ricordate il Concorde in servizio dal 1969 al 2003? Ora con le nuove tecnologie, secondo l’Agenzia europea permettono “nuove concetti di veicoli” con approcci innovativi che garantiscono l’integrazione “bene elaborata” di “unità di propulsione altamente efficiente con un veicolo ad alto sollevamento”.

L’ipersonico a idrogeno

Una risposta meno elaborata e più diretta ci viene da una sperimentazione svizzera, dove una start up è prossima a presentare un prototipo di aereo ipersonico a idrogeno.

Destinus, startup elvetica, ha dichiarato di aver testato il suo secondo prototipo di aereo l’Eiger e di essere stata inserita nel programma dello spagnolo Centro per lo Sviluppo tecnologico e industriale (Centro para el Desarrollo Tecnológico e Industrial), come sviluppo strategico del suo Piano Tecnologico dell’Aeronautica (PTA da Plan de Tecnologías Aeronáuticas (PTA).

Anche il progetto Eiger implica varie realtà tecnologiche e universitarie spagnole e un finanziamento della Spagna di quasi 30 milioni di euro.

Catalizzatori stampati in 3D

Mentre l’Università di Melbourne ha sviluppato catalizzatori stampati in 3D, riporta euronews.next, in grado di “alimentare il volo ipersonico e fungere da agente di raffreddamento per combattere il calore estremo generato quando gli aerei volano a Mach 5 o superiore”.

Mach 5 equivale a una velocità di oltre 6mila Km/h, in grado di assicurare voli civili con tratte come Londra e New York in 90 minuti.

Destinus prevede un volo commerciale Francoforte – Sydney di 4 ore e 45 minuti. Oggi la stessa rotta si percorre in 20 ore.

 

*Mach: la definizione prende il nome da Ernest Mach (1838 – 1916),  fisico austriaco studioso della fluidodinamica.   Il rapporto tra la velocità di un oggetto in moto in un fluido e le velocità del suono nel fluido non poteva non essere indicato con il suo cognome

Immagine: progetto Hexa – Fly – by ESA

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