Stupefacenti 2021, in Italia e in Europa

Il tempo sospeso della pandemia non ha fermato il traffico e il consumo degli stupefacenti. Per lo psichiatra Alfio Lucchini del FeDerSerD (Federazione Italiana degli Operatori dei Dipartimenti e dei Servizi delle Dipendenze) sono circa 5 milioni gli adolescenti italiani che fanno uso di sostanze e la dipendenza nel corso dei lock down, che limitava gli spostamenti sono aumentati i comportamenti a rischio. Ridotto lo spaccio per strada è aumentata, con l’ introduzione di nuove modalità, la vendita online.

Adolescenti 

La relazione del Dipartimento per le Politiche Antidroghe  della Presidenza del Consiglio 2021 che analizza i dati del 2020 sulle sostanze stupefacenti illustra il seguente quadro:
il 19% degli studenti di 15-19 anni ha riportato di aver assunto sostanze psicoattive illegali nel corso dell’anno: tra questi il 5,3% ha assunto due sostanze e il 4% almeno tre.

La cannabis è stata la sostanza più utilizzata nel 2020: circa un quinto degli studenti ne ha fatto uso almeno una volta.

Nella maggior parte dei casi (91%), questa è stata l’unica sostanza consumata. Il 21% degli studenti utilizzatori ha abitudini di consumo a rischio di sviluppare dipendenza.

Le NPS (nuove sostanze psicoattive) si confermano la seconda tipologia di sostanze più popolare dopo la cannabis: il 4,1% degli studenti ha riferito di aver utilizzato almeno una volta cannabinoidi sintetici, catinoni sintetici e/o oppiodi sintetici. Il 7,6% degli studenti ha riferito di aver fatto uso di almeno una sostanza psicoattiva illecita nel periodo di restrizioni per il contenimento della pandemia da COVID-19.

Dalle analisi delle acque reflue, tra le sostanze analizzate, quelle identificate in maggiori quantità sono THC (con una media di 46-47 dosi per 1.000 abitanti al giorno), cocaina (media di 9.5 dosi per 1.000 abitanti al giorno) ed eroina (media 2.25 dosi per 1.000 abitanti al giorno).

Nuove Sostanze Psicoattive

Le sempre più diffuse “Nuove Sostanze Psicoattive” (NPS), per la loro natura esclusivamente sintetica e per le tecniche di produzione, consentono di variare la struttura chimica di partenza in modo mirato, producendo un’altra molecola con gli stessi effetti della molecola di partenza. Ciò comporta la creazione di un gruppo molto ampio e continuamente rinnovato di sostanze psicotrope di difficile individuazione e, quindi, non ancora inserite nelle tabelle di sostanze vietate previste dalla legge e dalle convenzioni internazionali, con conseguente non perseguibilità di produttori e venditori.

Eccessi alcolici

L’alcool usato in un certo modo può essere più efficace della cocaina dice Alfio Lucchini. Acquistano particolare importanza allora di dati riportati dalla relazione del Parlamento che ci riferisce che:

– l’82% degli studenti italiani di età compresa fra i 15 e i 19 anni ha consumato almeno una bevanda alcolica nella vita senza alcuna differenza di genere; il 76% lo ha fatto nei 12 mesi precedenti la ricerca (M=75%; F=76%) e il 43% nel corso dell’ultimo mese (M=46%; F=39%). Il 2,1% degli studenti ha consumato bevande alcoliche 20 volte o più nell’ultimo mese, con un rapporto più che doppio in favore dei ragazzi (M=2,8%; F=1,2%).

Ubriacature

Il 35% degli studenti italiani si è ubriacato almeno una volta nella vita, fino al punto di barcollare, non riuscire a parlare correttamente, vomitare o dimenticare l’accaduto (M=33%; F=37%) e il 27% si è ubriacato nel corso dell’ultimo anno (M=26%; F=28%). Si osserva che la percentuale di studenti che riferisce ubriacature aumenta al crescere dell’età, soprattutto fra quelli di genere maschile.

 Adulti

Se nei minori nel 2020 si è registrato una diminuzione dell’uso della cocaina (1%), fra gli adulti si è registrato un incremento. Il rapporto del Parlamento riferisce infatti dei quantitativi di cocaina sequestrata nel 2020 a fronte di un numero inferiore di operazioni antidroga: in termini assoluti risultano quasi duplicati (oltre 13 quintali), con un aumento del 62% in un anno.

La diffusa circolazione della sostanza nel nostro Paese è confermata, oltre che da un incremento del 30% rilevato nelle acque reflue, anche dall’aumento sia delle segnalazioni per detenzione a uso personale di cocaina, che raggiungono un quinto di tutte le segnalazioni avvenute nell’anno per violazione dell’articolo Art. 75 del DPR n. 309/1990, sia delle denunce penali per reati correlati al traffico e alla detenzione illecita della sostanza e/o all’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti (rispettivamente Art. 73 e 74 DPR n. 309/1990).

In linea con le tendenze esposte risulta anche la pressione esercitata dall’utenza in trattamento per uso di cocaina sia presso i Servizi pubblici, che nel complesso rappresenta il 39% degli utenti in carico, sia presso le Comunità terapeutiche, nelle quali il 35% delle persone è in cura per uso primario di cocaina. Aumentano inoltre le ospedalizzazioni direttamente attribuibili all’uso di cocaina che, dal 10% del 2010, passano a rappresentare il 23% nel 2019, così come i decessi per overdose che dal 10% circa degli anni 2010-2012 passano a rappresentare, con 69 casi nell’ultimo anno, il 22%.

Droghe e lavoro in Italia

Gli stupefacenti sono assunti anche da persone che svolgono lavori esposti a particolari rischi. Lo affermano i dati della Medicina del lavoro: durante la pandemia se 1 persona su 4 ha avuto difficoltà a reperire la droga, il 76% è riuscito a farsela recapitare a case e l’8% circa l’acquista attraverso il dark web.

Le sostanze che risultano più utilizzate sono per il 96% la cocaina, per il 90,9% la cannabis, mentre l’ecstasy è al 46% e ha addirittura sorpassato l’eroina, piazzata al 45,6%, cui seguono a ketamina al 34,4%, in costante ascesa negli ultimi anni, le anfetamine al 29,5%, e gli allucinogeni al 28,6%.

Come dipendenza primaria, la cocaina è ancora in testa con il 53,5%, seguita dall’eroina, che, pur trovandosi al secondo posto, scende dal 35,4% al 34,9%. Invece la cannabis, che lo scorso anno era solo al 5,6%, è la dipendenza primaria per l’8,3% dei nuovi casi in terapia, il valore più alto degli ultimi anni
L’assunzione delle droghe in ambito lavorativo, la cui frequenza è in proporzione alla precarietà e alla sempre maggiori richiesta di efficienza e velocità rappresenta un pericoli per se stessi e per i colleghi e o collaboratori.

Le ricadute sulla salute sono notevoli: i consumatori spesso si ammalano di HIV o epatite C attraverso iniezioni non sicure; 18 milioni i decessi del 2019 per patologie legate all’uso di droghe; negli ultimi 10 anni sono quasi raddoppiate le morti per abuso di sostanze, e soprattutto crescono in modo sproporzionato rispetto all’aumento di utilizzatori (dati interconsult.it).

L’Italia, posizione strategica per le rotte del narcotraffico

La frontiera marittima si conferma lo scenario operativo dove sono state intercettate le maggiori quantità di sequestro di carichi di cocaina: i porti interessati, da sempre la principale via di ingresso della sostanza in Italia, negli ultimi anni si sono moltiplicati confermando la posizione strategica che il nostro Paese riveste per le rotte del narcotraffico.

In Europa e nel resto del mondo

L’incremento del consumo di cocaina si conferma nel più vasto quadro europeo aggiornato al 2021, in relazione alla fine dei lockown e al ritorno più o meno normale della normale mobilitazione. Un incremento che ha portato l’Ufficio competente delle Nazioni Unite, UNODC (Office on Drugs and Crime, con sede a Vienna) a lanciare l’allarme verso un mercato della droga non soltanto in ripresa ma più attivo di prima della pandemia, soprattutto in Europa.

Un allarme relativo anche alla qualità degli stupefacenti in circolo: per la cocaina si parla di una sostanza 2 volte più pura rispetto a quella di 10 anni fa ma meno costosa, mentre la cannabis contiene più THC, il principio stupefacente.

L’UNODC afferma che, se prima il mercato del traffico delle droghe era dominato dalla mafia italiana, ora sono subentrati i Balcani, quindi sono aumentate le vie di distribuzione.

Il prossimo futuro

Ancora l’UNODC nel rapporto di novembre 2021 (titolo: Situazione della droga in Afghanistan 2021), ripreso da onuitalia.it afferma che nel 2021 il raccolto di oppio in Afganistan è aumentato dell’8% rispetto all’anno precedente, fatto che “che potrebbe portare nei mercati in tutto il mondo circa 320 tonnellate di eroina pura”.

Il documento dell’UNODC avverte anche che accanto all’aumento della produzione di oppio ed eroina, la produzione di metanfetamine in Afghanistan, utilizzando la pianta di efedra selvatica come precursore, è notevolmente aumentata negli ultimi anni.

“L’elevata domanda regionale e globale di metanfetamine, unita a un mercato globale saturo di oppiacei – cocnlude UNODC – potrebbe spingere un’ulteriore espansione della produzione di metanfetamine, così come quella di altre droghe sintetiche”.

 

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