Per le future mamme sorde e straniere, un interprete della lingua dedicato
Presso la Clinica Mangiagalli del Policlinico di Milano da qualche mese è attivo il servizio di interpretariato per le future mamme sorde disponibile per tutto il percorso della gravidanza.
Organizzato con la collaborazione con l’Ente Nazionale Sordi di Milano la donna in dolce attesa sorda ha la possibilità di essere accompagnata da un interprete della lingua dei segni durante tutte le fasi dell’assistenza per la gravidanza, dalle prime visite con il ginecologo e ostetrica in poi, compreso per il corso di accompagnamento al parto e prosegue nella fase nel post-partum.
Irene Cetin, direttrice dell’ostetricia del Policlinico di Milano ha spiegato all’agenzia Dire come “una donna sorda che sta per diventare mamma, deve avere un maggiore controllo della situazione perché la comunicazione non è così semplice. Anche se, paradossalmente, la comunicazione è più faticosa per una mamma normoudente che avrà un bambino sordo, proprio perché deve imparare tutto “.
Il percorso coinvolge, spesso, anche il futuro papà, soprattutto per le consulenze genetiche – prosegue Irene Cetin – proprio per capire se si corra o meno il rischio che il bambino possa essere sordo. “Spesso in queste coppie entrambi i genitori sono sordi ed è possibile che anche il loro bambino lo sia. Una situazione, dunque, molto delicata, in cui è necessario dover comprendere davvero i bisogni della paziente, al di là della presenza di un traduttore”.
Il servizio è gratuito ma è necessaria la prenotazione dove va segnalata la necessità di essere assistista da un interprete della lingua dei segni scrivere all’indirizzo prenotamangiagalli@policlinico.mi.it. Mentre ogni informazione è disponibile al sito policlinico center mamme sorde.
Inoltre, consapevoli delle difficoltà e necessità di ricevere una totale comprensione delle gestanti anche di altre lingue, il Policlinico ha organizzato una serie di video sulla gravidanza nella lingua dei segni, in inglese e in spagnolo e ha ampliato il servizio di consultorio con la collaborazione dei mediatori linguistici delle comunità maggiormente rappresentate a Milano che sono filippine, spagnole, arabe cinesi e cingalesi e costituiscono il 30% delle partorienti dell’ospedale milanese. “La mediazione riguarda non solo le prestazioni ostetriche – spiega il Policlinico – ma anche le eventuali consulenze psicologiche e socio-assistenziali. E ancora, il progetto prevede la traduzione in 10 lingue delle informative e consensi che vengono forniti durante il percorso nascita”.
Immagine: Irene Cetin, direttrice dell’ostetricia del Policlinico di Milano – Clinica Mangiagalli