The Silent Theatre. Le non parole per esprimerlo
Corporeità, parole, gesti, spazio interiore ed esteriore, relazionalità soffuse, ambigue, contenute, esasperate. I pensieri che si fanno scena e azione. L’intensità dello spazio teatrale agisce e suggerisce sentimenti e situazioni oltre i confini tangibili. E il miracolo che si compie ogni volta che si allestisce uno spettacolo con cura e dedizione, si sta compiendo attraverso una drammaturgica fusione tra teatro e cinema.
Prossimamente inizieranno le riprese di The Silent Theatre, un film unico nel suo genere che narra la fusione di due alterità, sordi e udenti che condividono la stessa esperienza: la messa in scena a teatro. Conseguenza e risultato delle riflessioni sorte durante le lezioni di storia del teatro del professor Stefano Geraci (Università Roma Tre) nelle quali Antonella Fruguglietti, (presidente e fondatrice di Onlus Abilemente, ha partecipato come interprete Lis (lingua dei segni) per gli studenti sordi.
Riflessioni che hanno comportato una ri-lettura della fruizione del teatro da parte di udenti e non udenti, sulle relazioni dell’esperienza del teatro e le comunità sorde. Il teatro degli udenti tradotto in Lingua dei segni, garantisce l’accessibilità alle persone sorde, ma non riesce a svelare le potenzialità di una modalità espressiva, visivo-gestuale che trasforma le parole, i suoni, il tempo e lo spazio in immagini eloquenti anche per le persone udenti.
Si è deciso di sfidare così i limiti di un teatro rivolto ai sordi – uno spettacolo senza parole o che fa a meno delle parole,- attraverso il racconto dei processi che danno vita alla costruzione di uno spettacolo.
Il film mira ad aprire un varco verso una diversa inclusione sociale delle comunità sorde nei luoghi di presentazione degli spettacoli e una occasione in cui il mondo udente e quello sordo si potessero incontrare con pari diritti difronte alla scoperta di un unica comunità di spettatori.
Fanno parte del progetto due attori noti, nomi prestigiosi del teatro Italiano, Silvia Pasello e Savino Paparella affiancati da un giovane e talentuoso attore sordo Nicola Della Maggiora che nel 2016 ha vinto il Festival Nazionale di Poesia con Rispetto e Buck, componimenti in Visual Vernacular, una forma d’arte teorizzata dall’attore teatrale sordo Bernard Bragg, Il film è patrocinato dall’Università di Roma tre e dal Teatro Nazionale della Toscana.
The Silent theatre è un racconto del teatro esplorato attraverso le relazioni degli attori con la dimensione intima del proprio lavoro e con il potere suggestivo delle immagini create per raccontare una storia. Un incontro tra teatranti nel senso più altro del termine per scoprire il silenzio e le parole diversamente espresse.
Maggiora (foto a lato) fin da piccolo intuisce nel teatro la possibilità di crescita piena. Il vivere un mondo senza suoni è un’esperienza multisensoriale in cui attori udenti e non udenti si incontrano.
Costruzione del progetto artistico
Il progetto è iniziato con la creazione di un gruppo formato da ragazzi sordi profondi e segnanti, custodi di una sordità intesa come «comunità». La conoscenza della loro “visione del mondo” è stata la premessa per realizzare un racconto filmico che dà accesso a storie e racconti espressi con le caratteristiche proprie di questa «comunità»: l’organizzazione spaziale, l’uso linguistico dell’espressione del volto, la percezione del suono tramite il corpo vibrante, la costruzione visiva di un dialogo.
Grazie al patrocinio del Centro per la sperimentazione e la ricerca teatrale -Teatro Nazionale della Toscana- gli autori del progetto e il gruppo dei ragazzi sordi si sono incontrati presso il Teatro ERA dove a tutti è stata offerta la possibilità di entrare nell’intimità delle prove teatrali, nella dimensione personale del lavoro di ciascuno.
Il materiale visivo raccolto e le riflessioni su questa esperienza comunitaria sono la base per un incontro di lavoro in cui individuare le tracce per l’elaborazione della sceneggiatura e il piano per le riprese successive. Prima di completate le riprese verranno elaborati la sceneggiatura e il primo montaggio del film.
A visionare questo materiale verranno chiamati testimoni esterni, registi, attori e il gruppo di ragazzi sordi, per raccogliere i suggerimenti utili alla elaborazione definitiva del film.
L’espressività e la forza comunicativa del linguaggio dei segni rappresenta una forma di comunicazione di alto livello che potrebbe donare forza espressiva anche agli attori udenti; linguaggio che ricordiamo è in attesa di un riconoscimento giuridico.
Con il patrocinio del Teatro della Toscana si è svolta presso il Teatro Era una prima residenza in cui i ragazzi sordi sono entrati nell’intimità delle prove teatrale del riallestimento di Lear a cui Stefano Geraci ha lavorato per la drammaturgia con il regista dello spettacolo Roberto Bacci.
Le riprese di quei giorni di lavoro hanno delineato le prime possibilità di un film fondato sul racconto delle relazioni degli attori con la dimensione intima del proprio lavoro e con il potere suggestivo delle immagini create per raccontare una storia in una dimensione udente e non udente. Nasce così il primo incontro, percorso sul sottile confine che divide la persona dall’attore, tra Savino Paparella (Edgar -Tom nello spettacolo) e Nicola della Maggiora.
Le fasi successive prevedono un piano delle riprese in grado di sviluppare le tracce delle storie emerse nei primi incontri e gli snodi intorno cui cominciare ad annodare i fili della sceneggiatura.
Completata la fase della sceneggiatura e delle riprese, verranno chiamati a visionare un primo montaggio del film registi, uomini di teatro e gruppi di ragazzi sordi. Le loro reazioni, le riflessioni e le esigenze individuate da ciascuno di loro,suggeriranno il cammino verso l’elaborazione definitiva di The Silent Theatre.
Produzione. Un lavoro collettivo
Il film è prodotto con il supporto del Centro Produzione Audiovisivi del Dipartimento Filosofia, Comunicazione e Spettacolo dell’Università di Roma Tre che da molti anni ha come obiettivo primario la realizzazione di documentari di carattere socio-antropologico, storico-artistico, scientifico, di storia e critica del teatro, del cinema e dei media.
Ha dichiarato il regista:” raccontare una storia senza suoni e musica vuol dire che parole e musica non possano mai esistere? O che debbano essere sostituite da didascalie ? Inoltrandoci nel nostro film stiamo scoprendo quante vie esistano perché parole e musica possano essere trasformate in segni eloquenti per tutti“.
The Silent Theatre ha attivato una campagna di crowdfunding che durerà quattro mesi. Il ricavato consentirà di coprire le spese di produzione per le prime riprese del film: