Roma, 16 ottobre 1943
Il 16 ottobre 2017 ricorre l’anniversario del rastrellamento nel ghetto di Roma. All’alba del 1943, le truppe naziste che occupavano Roma rastrellarono nel Ghetto e in altri quartieri della capitale 1259 persone di religione ebraica: di questi 1023 furono deportati al campo di concentramento di Auschwitz; soltanto 16 ne fecero ritorno.
La difesa della razza
Il rastrellamento del Ghetto di Roma fu reso possibile dalla promulgazione delle leggi Razziali, sancite per decreto Regio il 17 novembre del 1938. Precedute nel luglio dello stesso anno dalla pubblicazione sul Giornale d’Italia del documento programmatico dell’antisemitismo biologico Il fascismo e i problemi della razza, cui seguì, ad agosto, una seconda pubblicazione a firma di 10 scienziati, nell’edizione del primo numero della rivista La difesa della razza. E sempre nell’ agosto dello stesso anno, si procedette alla schedatura della popolazione ebraica italiana, fino all’ annuncio pubblico reso dallo stesso Benito Mussolini (capo del governo e del partito fascista) a Trieste, il 18 settembre 1938. Il discorso di Mussolini fu filmato e l’unica copia conservata dall’Archivio della Resistenza di Trieste. Quindi restaurata, è stato presentata al pubblico, per la prima volta, nel corso del Festival Il Cinema Ritrovato di Bologna, nel giugno del 2015.
Il filmato e la legislazione antisemita
Il filmato, della durata di 40 minuti, oltre alla voce narrante che descrive la Trieste che accoglie Mussolini (nella fotografia a lato), come la città unita in “un solo palpito di attesa e di amore”, riprende il comizio del duce che annuncia le “soluzioni necessarie per affrontare il problema ebraico”. Il “problema razziale” afferma Mussolini in quell’occasione, va risolto con una “chiara, severa coscienza razziale che stabilisca non soltanto delle differenze ma delle superiorità nettissime”. La razza che doveva stabilire le differenze per le “nettissime superiorità” era la cosiddetta razza ariana, locuzione con cui venivano identificati i popoli di origine proto – indoeuropa, secondo un’errata teoria del XIX secolo. Gli italiani erano ariani, gli ebrei no. Dal momento della proclamazione delle leggi razziali, gli italiani di religione ebraica persero tutti i loro diritti di cittadini. La legislazione antisemita vietava tra l’altro: il matrimonio tra gli ebrei e ariani, il divieto per gli ebrei di lavorare presso le pubbliche amministrazioni così come di amministrare società private ma di carattere pubblico – banche e assicurazione – e di esercitare varie professioni; gli ariani non potevano assumere dipendenti ebrei; gli studenti di religione ebraica non potevano frequentare le scuole pubbliche e così via. In un susseguirsi di azioni che precipitarono fino agli orrori della seconda guerra mondiale. Le leggi antisemite italiane vennero abrogate nel 1944.
1938 – La storia: verso l’80° anniversario della promulgazione delle leggi
Il filmato del discorso di Mussolini a Trieste è visibile a Roma nell’ambito della mostra 1938 – La storia.
L’esposizione a cura, a cura di Marcello Pezzetti e Sara Berger, che si inaugura il 17 ottobre 2017 presso la Fondazione Museo della Shoah di Roma, è la prima del ciclo di mostre 80° Leggi Razziali 1938. La storia che la stessa Fondazione sta realizzando in occasione dell’ 80° anniversario della promulgazione delle Leggi Razziali in Italia, che ricorrerà nel 2018.
L’esposizione racchiude materiale documentaristico in gran parte inedito e originale, in grado di ricostruire la realtà nazionale di quei tragici anni italiani, segnati dall’antisemitismo di stato.
Le mostre allestite presso la Casina Vallati, saranno visibili fino al 30 marzo 2018.