La vendemmia della legalità

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Nel Feudo Verbumcaudo, nelle terre confiscate al boss mafioso Michele Greco, gestite dalla Cooperativa Lavoro e Non Solo, i volontari impegnati nelle vigne di queste terre sono giunti alla prima vendemmia della legalità.

Soltanto un anno fa, un colpo di arma da fuoco fu fatto esplodere contro il simbolo della Repubblica Italiana e intitolata a Placido Rizzotto, che sorge nel vigneto, come atto intimidatorio contro i volontari.

Lavoro e Non Solo

La Cooperativa Lavoro e Non Solo, partner di Libera, nasce negli anni ’80 del Novecento da un progetto di Arci Sicilia, con l’intenzione sia di combattere la mafia, sia d’inserire nel mondo del lavoro persone con problemi di salute mentale e salvaguardare l’ambiente.

Diventa attiva in tutte le sue funzioni nel 1999, quando il Comune di Corleone le assegna un lotto di terreno di 10 ettari confiscato a Giovanni Marini, boss mafioso e il Dipartimento di Salute Mentale locale concede l’autorizzazione alle prime persone per l’inserimento lavorativo.

logo-di-lavoro-e-non-soloOggi la Cooperativa si occupa di oltre 58 ettari di terra a Corleone, 72 ettari a Morreale e 19 a Canicatti, dove coltiva svariati prodotti alimentari e ne cura la trasformazione e la distribuzione.

Gestisce un laboratorio di lavorazione dei legumi e l’ex casa della famiglia Grizzaffi (protagonisti della mafia corleonese), rinominata Casa Caponnetto, dove ogni estate, dal 2008, vi alloggiano i giovani volontari del progetto LiberArci dalle Spine, che decidono di collaborare con i soci della Cooperativa nelle attività agricole.

Inoltre, insieme con il Comune di Corleone, all’Arci Sicilia e ad altre Associazioni, Non solo Lavoro partecipa al progetto D.R.A.G.O (acronimo per Developement Resources Agricultural Growth Organic), che oltre a rilanciare l’agricoltura sostenibile, dedica la sua attenzione alle persone che vivono in condizioni critiche.

Rivolto, quindi, anche ai profughi richiedenti asilo. Questi ultimi, assieme ai giovani che partecipano al progetto, vengono accolti nella Casa Caponetto e inseriti nel percorso formativo teorico-pratico, per acquisire le competenze necessarie nelle varie fasi della lavorazione dei prodotti agricoli, dalla coltivazione alla loro diffusione.

Uno dei prodotti realizzati attraverso il progetto D.R.A.G.O è l’uva da tavola i cui proventi vengono utilizzati per il sostegno del progetto stesso.

Il Vigneto di Verbumcaudo e Placido Rizzotto

verbuncaudo-per-la-legalitaIl Vigneto fa parte di un grande feudo, composto in prevalenza da campi coltivati a grano, confiscato nel 1987 dal giudice Giovanni Falcone al boss di Cosa Nostra, Michele Greco. Al termine del lungo iter della procedura per il suo riuso sociale cui è stato sottoposto, nel 2012 è stato consegnato alla Regione Sicilia, la quale, a sua volta l’ha affidato al Comune di Polizzi Generosa, che vi ha creato, tra l’altro, la “Banca della vite” a tutela dei vitigni autoctoni.

Nel 2014 la coltivazione della vigna del feudo è stata assegnata alla gestione, oltre di Lavoro non solo, alle Cooperative “Placido Rizzotto” e “Pio la Torre”, che vi producono il vino “Cataratto” e altre varietà di vigneto autoctone.

E in quell’occasione la grande estensione terriera è stata intitolata a Placido Rizzotto (nella foto in basso), il sindacalista della CGIL, rapito e ucciso nel 1948 dalla Mafia, placido-rizzottoper il suo impegno e sostegno a favore dei contadini.

A condurre le indagini dell’omicidio Rizzotto fu Carlo Alberto Dalla Chiesa, allora capitano dei Carabinieri, ucciso a sua volta da Cosa Nostra nel 1982.
I resti del sindacalista furono gettati in un burrone e ritrovati soltanto nel 2009.

Sottoposti a un attento esame del DNA, comparato con quello paterno, il cui corpo è stato riesumato per tale scopo, nel 2012 si è giunti alla certezza scientifica della loro identità. E nello stesso anno, il 24 maggio, a Corleone, si sono svolti i Funerali di Stato di Placido Rizzotto.

A fine settembre 2016, la prima raccolta dell’uva coltivata dalle Cooperative, e volontari e istituzioni si sono ritrovati nel Feudo Verbumcaudo per la prima “vendemmia della legalità”, in queste terre un tempo martoriate perché sotto il totale controllo della criminalità organizzata, oggi e, speriamo per sempre, presidio di legalità e di buone pratiche all’insegna della solidarietà, dell’inserimento sociale dei più sfortunati e della produzione sostenibile.

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