Julian Assange è libero

Julian Assange è libero; e il 24 giugno 2024 ha lasciato Londra, dove è stato in carcere per 5 anni per tornare nel suo paese natale, l Australia.

L’annuncio è stato dato da WikiLeaks, organizzazione no profit di libera informazione, fondata dallo stesso Assange  del Duemila e  dove nel 2010 ha pubblicato documenti secreti, anche degli USA,  ripresi dalla maggiori testate mondiali.  Per questo è stato perseguitato per molti anni;  costretto a rifugiarsi presso l’Ambasciata dell’Ecuador di Londra, chiedendogli e ottenendo asilo politico, dal 2012 al 2019 quando l’Ecuador gli revocò l’asilo,  permettendo alla polizia londinese di entrare nell’ ambasciata e arrestarlo. Sarebbe stato rimesso in liberta condizionale se nel frattempo non fosse arrivata la richiesta di estradizione degli Stati Uniti con l’ accusa di diversi reati (18 penali), fra i quali quelli di cospirazione e spionaggio, e  la cui computazione lo metteva a rischio – qualora estradato e processato – ad una condanna di oltre 170 anni se non della pena di morte.

Il giornalista australiano, dopo 5 anni, potrà rivedere la moglie Stella e abbracciare i figli che finora ha visto soltanto da dietro le sbarre.

La nota e l’accordo

Nella nota, postata da WikiLeaks sul social media X,  si legge che la liberazione di Assange “dopo 1901 giorni nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh” si deve anche alla “campagna globale che ha coinvolto organizzatori di base, attivisti per la libertà di stampa, legislatori e leader di tutto lo spettro politico, fino alle Nazioni Unite. Ciò ha creato lo spazio per un lungo periodo di negoziati con il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, che ha portato a un accordo che non è stato ancora formalmente finalizzato. Forniremo ulteriori informazioni non appena possibile”.

L’accordo menzionato da WikiLeaks, secondo il canale televisivo Cnn vedrebbe Julian Assange aver accettato di “dichiararsi colpevole di un reato relativo al suo ruolo in una delle più grandi violazioni di materiale classificato americano, come parte di un accordo con il Dipartimento di giustizia Usa che gli consentirà di evitare la reclusione negli Stati Uniti e di tornare in Australia. Il patteggiamento deve ancora essere approvato da un giudice federale. Secondo i termini del nuovo accordo il Dipartimento di giustizia chiederà una condanna a 62 mesi di prigione, che equivalgono ai 5 anni che ha già trascorso in carcere”.

WikiLeaks

Nel 2017, la  British Regulatory Chamber, il Tribunale britannico riferente al diritto alla libertà d’informazione, aveva riconosciuto a WikiLeaks il rango di mezzo d’informazione. Dal 2010 al 2015 è stato candito al Premio Nobel per la Pace e al Premio Mandela delle Nazioni Unite.

Julian Assange l’ha fondato nel 2006 e ne è stato caporedattore fino al 2018.  seguito dal giornalista investigativo islandese Kristinn Hrafnsson.

Organizzazione internazionale mediatica no profit, WikiLeaks è specializzata nelle analisi e nella pubblicazione di grandi serie di dati ritenuti segreti di Stato, militare, bancario, industriale  o “altrimenti censurati” in merito di guerre, spionaggio e corruzione. Finora, si legge sullo stesso sito, ha pubblicato più di 10 milioni di documenti e relative analisi.

I documenti li riceve in modo anonimo grazie al  suo sistema di cifratura e li carica sul proprio sito web. “WikiLeaks ha rapporti contrattuali e vie di comunicazione sicure con oltre 100 grandi organizzazioni mediatiche di tutto il mondo – riporta ancora il sito -. Questo dà alle fonti di WikiLeaks un potere negoziale, un impatto e delle protezioni tecniche che altrimenti sarebbero difficili o impossibili da ottenere”.

Il team legale di WikiLeaks è guidato in Europa dal giudice spagnolo Baltasar Garzón e negli Stati Uniti da Michael Ratner, presidente emerito del Center for Constitutional Rights.

Il materiale top – secret degli Stati Uniti, sulle guerre che ha condotto in Iraq e in Afghanistan – e che hanno rivelando fra l’altro, la morte di civili – erano stati forniti a WikiLeaks dalla talpa  Chelsea Manning, allora militare, analista dell’ intelligence, oggi attivista, statunitense. Arrestata e condannata a 35 anni di carcere Manning è stata graziata nel 2017 dall’allora presidente USA, Barack Obama. Si è sempre rifiutata di testimoniare contro il sito, e per questo è tornata in prigione per un anno, dal 2019 al 2020.

“Anche se nessuna organizzazione può sperare di avere un record perfetto per sempre finora WikiLeaks ha una perfetta autenticazione dei documenti e resistenza a tutti i tentativi di censura”.

Amato dai più, ma non da tutti

Per amore di cronaca dobbiamo ricordare che se per molti Julian Assange è un sostenitore leale della libera informazione, per altri è soltanto un hacker le cui rivelazioni top – secret statunitensi e occidentali, hanno favorito il presidente russo Vladimir Putin.

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