9 giugno, scende in piazza l’Italia dei diritti sociali e civili

Un migliaio di persone ha sfilato il 9 giugno 2018 per le vie di Milano in ricordo di Soumayla Sacko, il migrante sindacalista di 29 anni, ucciso il 2 giugno in provincia di Vibo Valentia. Il corteo è partito da Corso Venezia e si è diretto verso la Stazione Centrale.

Tanti gli italiani accanto agli extracomunitari, che gridavano in coro “Libertà”. E tutti portando cartelli con scritto “L’unica razza è quella umana” o “Lavoro, dignità, pari diritti” o “Stop al razzismo” e “Giustizia per Soumayla Sacko”, oltre alle tante fotografie della giovane vittima e di Abd Elsalam, il sindacalista egiziano travolto e ucciso da un camion nel 2017 a Piacenza.  Contestazioni poi sono state indirizzate a Matteo Salvini (segretario della Lega e ministro dell’Interno), inaccettabile la sua frase riferita ai migranti per loro è finita “la pacchia”.

Il corteo è stato promosso dalle associazioni Libera e Naga e dal centro sociale Cantiere, presenti i sindacalisti Ubs, i Sentinelli e Liberi e Uguali.

La Lega, come a Milano,  è stata al centro delle contestazioni dei cortei arcobaleno che hanno sfilato a Roma e a Trento,  seguiti da migliaia di persone.

ll corteo di Roma, dedicato alla Resistenza, con i tradizionali carri colorati è partito alle h.16 da Piazza della Repubblica, con le bandiere arcobaleno che sventolavano insieme al tricolore dell’Anpi e agli organizzatori della manifestazione accanto   alla novantenne partigiana, Tina Costa, che non si è risparmiata: è salita sul carro Brigata Arcobaleno per dire ad alta voce “Bisogna dirlo ai nuovi governanti che vogliono rinchiuderci ancora nei ghetti e nei forni. Vogliamo giustizia contro ogni fascismo. La libertà non si cancella e non si ruba”.

Presenti anche Monica Cirinnà, firmataria della legge delle Unioni Civili e Maurizio Martina, segretario del Pd che ha dichiarato: “Questo è un pride dell’Italia dei diritti. Se c’è qualcuno che al Governo  pensa di farci fare passi indietro, deve sapere che noi passi indietro non ne faremo”. Lo stesso concetto l’ha espresso Irma Battaglia, tra le leader storiche del movimento nazionale LGBT, che ha rincarato “Sui diritti non si arretra”.

“Se è davvero il Governo del cambiamento, allora deve seguirci anche per approvare il matrimonio ugualitario e la legge contro l’omofobia” ha chiosato Monica Cirinnà.

“Reagiamo a un clima di chiusura illiberale” ha dichiarato Emma Bonino, anch’essa al pride romano “Si respira un’aria poco propizia alle diversità di pelle, di genere, di religione – segue la Bonino – un clima di chiusura che a me preoccupa molto”.  Presenti anche Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio e Luca Bergamo, vicesindaco penta stellato della Capitale.   Non pervenuta, la sindaca, Virginia Raggi.

Corteo arcobaleno, infine, anche Trento, dove nelle vie del centro è sfilato il Dolomiti Pride molto partecipato dalla città, unita per dire: “ Contro ogni discriminazione e per l’inclusività”.

Partito da Piazza Dante ha raggiunto e riempito il Parco delle Albere, dove è seguito il concerto live. Per la Questura sono state 8 mila le persone al corteo, per gli organizzatori 10mila; numeri che, qualunque siano stati, hanno superato le più rosee aspettative che avevano preventivato circa 4mila partecipanti.

Presente anche il sindaco piddino, Alessandro Andreatta che dal palco del Pride ha affermato: “Quella di oggi è una festa gioiosa che ha saputo coinvolgere l’intera città. Io sono qui per partecipare assieme a tutti voi per vigilare contro ogni discriminazione”.

Mentre Paolo Zanella, presidente dell’Arcigay di Trento, si è rivolto al M5S e al ministro della famiglia, il leghista Lorenzo Fontana: “Ci troviamo in un momento politico difficile. Lo abbiamo visto l’altro giorno quando il ministro Fontana ha detto che le famiglie gay non esistono; il M5S deve prendere una posizione chiara – esordisce Zanella per aggiungere – Questo è un pride che vuole dare voce a tutti e a tutte, che pensa a tutte le minoranze. E’ un pride profondamente antifascista e antirazzista. Vogliamo un Paese, dove tutti abbiano gli stessi diritti e tutti possano essere se stessi”.

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