Verkko. Assemblaggio di sequenza completa del genoma on demand

Verkko è il primo software che riesce ad assemblare un intero Dna umano in pochi giorni, senza errori e buchi.

Parola finlandese Verkko che significa rete, la sua capacità sarà, se funzionerà come rivelano le premesse, quello di accelerare la conoscenza del genoma umano – e anche di quello di altre specie – per aprire nuove strade alla medicina personalizzata.

Il software è il frutto del lavoro dei ricercatori dell’agenzia statunitense National Institutes of Health (Nih), avviato dal progetto internazionale Telomere-to-Telomere (T2T), che lo scorso anno, ha portato a termine e ha pubblicato la sequenza più completa e senza lacune, del genoma umano.

Per arrivare al risultato di T2T ci sono voluti anni, posto che gli studiosi procedevano manualmente. Ora con Verkko “basta premere un pulsante per ottenere automaticamente una sequenza completa del genoma –  spiega Sergey Koren, che ha coordinato lo studio medesimo pubblicato sulla rivista Nature Biotechnology– . Il software, infatti, per compiere lo stesso procedimento impiega un paio di giorni, assemblando un’intera sequenza di Dna che è un po’ come completare un puzzle, nel quale i pezzi possono essere piccoli e dettagliati oppure grandi ma poco precisi.

Lo studio giunge in tempo per coronare la scoperta  del Dna, avvenuta giusto 70 anni fa.

Il 28 febbraio 1953, nei laboratori di Cambridge (Regno Unito), James Watson, biologo statunitense, e Francis Crik, fisico britannico, giungevano alla scoperta della struttura del Dna e del suo meccanismo di replicazione, con il supporto di Maurice Wilkins, biologo neozelandese naturalizzato britannico, e delle immagini ai raggi X di  Rosalind Franklin, biochimica e cristallografa, e mal menzionata da Watson nella sua successiva biografia, con evidente connotazione sessista che ha dato il la a false interpretazioni sulla considerazione – e sulla carriera – di cui godeva la ricercatrice.

Nel 1962 ad ottenere il Premio Nobel per la Medicina per la scoperta furono James Watson, Francis Crick e Maurice Wilkins, che  attribuirono alla Franklin, nel frattempo deceduta, i meriti dovuti nelle loro lectio magistralis.

 

Immagine tratta dal sito National Institutes of Health

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.