Missione Tara Pacific. Nelle barriere coralline il segreto della longevità?
Cinque anni di studio hanno portato gli scienziati della Missione Tara Pacific a scoprire molti dei segreti racchiusi nelle barriere coralline e che potrebbe dimostrarsi utilissimi per combattere la degenerazione dell’invecchiamento umano.
Ne parla l’articolo appena pubblicato sulla rivista Nature Communications.
Analizzando in particolare i campioni di 2 tipi di corallo e Pocillopora e Porite, i ricercatori hanno studiato i marcatori associati alla salute e all’invecchiamento di ognuno, individuando nella lunghezza del DNA dei telomeri (la regione terminale di un cromosoma) la differenza della aspettativa di vita che corre da una specie all’altra.
“La lunghezza del DNA dei telomeri delle colonie di Pocillopora, che sono di breve durata e più sensibili allo stress, è in gran parte determinata dalle variazioni di temperatura stagionali, mentre quella delle colonie di Porite, che sono più longeve e resistenti allo stress, è insensibili alle tendenze stagionali, ma piuttosto influenzato da precedenti anomalie termiche” precisano gli autori dello studio.
Dunque la longevità sarebbe strettamente legata alla stabilità dei telomeri e, come riporta AFP, per Paula Furla ricercatrice e professoressa presso Università di Nizza Sophia Antipolis l’Università della Costa Azzurra “tutti gli studi ci danno una visione abbastanza ottimistica, per il momento, della resistenza dei coralli ai cambiamenti ambientali”.
Batteri personalizzati che producono meccanismi immunitari
Con il suo team il direttore della ricerca, Pierre Galand, specialista in microbiologia presso l’Osservatorio Oceanologici di Banyuls-sur-Mer è stato il primo a scoprire che le barriere coralline sono tra gli ecosistemi più diversificati del pianeta. Ospitano il 30% della diversità marina, inclusi milioni di organismi multicellulari e microbioma associati. E, suppone Galand, che le barriere coralline “potrebbero raggiungere un valore vicino alla diversità totale stimata dei microrganismi sulla Terra”.
Inoltre dallo studio emerge che alcune specie di batteri sono particolarmente associate a una singola specie di corallo e producono vitamina B, amminoacidi e altre proprietà che avrebbero fornito meccanismi di difesa immunitaria ai coralli. Proprietà che entusiasmano la professoressa Furla che giudica tali informazioni “straordinarie e molto stimolanti” per lo studio dell’invecchiamento. Considerando la longevità di questi ecosistemi, ne deduce che i batteri “hanno necessariamente un legame con la longevità”.
Contro il processo d’invecchiamento e il cancro
Dalle analisi multimarker (come si fa con gli esseri umani attraverso gli esami del sangue) a cui sono state sottoposti questi invertebrati marini è emerso il rapporto longevità – e lunghezza delle estremità telomeriche che nelle persone si accorciano con lo stress e l’età.
Se non serviranno per rallentare il processo d’invecchiamento, potrebbero fornire alcune risposte nella lotta contro il cancro “soprattutto perché questi animali hanno un processo genetico molto vicino a quello umano” specifica Denis Allemand, condirettore della ricerca e direttore scientifico del Centre Scientifique de Monaco (CSM).
Missione Tara Pacific
La Missione Tara Pacific, organizzata dalla Fondazione omonima, ha portato un team di ricercatori francesi a viaggiare dal 2016 al 2018 per esplorazioni in 32 isole dell’Oceano Pacifico. I campioni riportati dalla missione sono stati analizzati e studiati, dicevamo, per 5 anni e, come illustrato, hanno permesso di scoprire molti microrganismi finora sconosciuti e ad aprire traiettorie verso nuove conoscenze.
Immagine: Missione Tara Pacific, by Université Paris