Il Lush Prize, contro la sperimentazione animale, premia 2 ricercatori italiani

Lush Prize è il più importante premio del mondo riservato al settore della sperimentazione medica non animale.

Il premio, un fondo di 350mila sterline, è suddiviso tra i progetti di ricerca maggiormente meritevoli per aver sviluppato tecniche scientificamente valide e sicure che sostituiscono i test sugli animali, in particolare nel settore della ricerca tossicologica.

L’edizione 2018, svoltasi a Berlino il 16 novembre, ha premiato 17 progetti provenienti da 10 Paesi, oltre al progetto che ha ottenuto la menzione speciale dei giudici. Tra i vincitori appaiono anche i 2 italiani Alessandro Polini e Nikolas Gaio che si sono distinti nella sezione: Giovani Ricercatori, per l’uso e lo sviluppo della tecnica OOC.

Cosa sono gli OOC

L’anagramma OOC sta per organ-on-a-chip, elemento dell’ambito dell’ingegneria biomedica, è un chip multi fluidico tridimensionale per colture cellulari 3 D che simula le attività, la meccanica e la risposta fisiologica degli organi e/o parte di essi: sintetizzando possiamo definirlo un modello in vitro di organo artificiale. Negli ultimi anni si è registrato un crescente interesse nello sviluppo di tale modello perché la riproduzione degli organi sui chip permette di testare la sicurezza e l’efficacia dei medicinali sostituendo i test sugli uomini o sugli animali.

Alessandro Polini: una vita dedicata allo studio della SLA

Alessandro Polini, trentaseienne leccese, dedica la sua vita allo studio della Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), patologia per la quale non esistono ancora terapie efficaci.

Ex cervello in fuga, dopo anni di studi negli Usa e in Olanda è tornato nel laboratorio di Nanotecnologie CNR-NANOTEC della sua città natale, dove è impegnato a dare vita a nuovi metodi per lo studio della comunicazione tra cellule risultanti affette dalla patologia.  Insignito del Lush Prize, ha ricevuto la somma di 10mila sterline per il suo progetto basato sull’utilizzo di modelli organ-on-a-chip, per cercare di comprendere i meccanismi patologici alla base della SLA.

Così Alessandro Polini spiega la sua scelta, prettamente scientifica, di progettare i nuovi strumenti OOC: “Non tutti sanno che gli studi preclinici basati su animali, comunemente presenti nello sviluppo di nuovi farmaci, hanno mostrato negli ultimi anni sempre più i propri limiti, quando utilizzati come modelli di patologie umane – spiega Polini – invece, gli OOC possano essere dei modelli più fedeli di ciò che avviene nel nostro corpo in condizioni normali e/o patologiche”.

Nikolas Gaio: l’avatar per la cura personalizzata

Anche Nikolas Gaio, laureato al Politecnico di Milano, l’altro italiano che ha visto premiare il proprio progetto con 10mila sterline, lavora applicando il metodo di organ-on-a-chip.

Il suo progetto di dottorato che porta avanti presso l’olandese Technical University of Delft, consiste nell’utilizzo di chip complessi in grado di ricreare i meccanismi del corpo umano sia in salute sia in malattia. L’obiettivo della sua ricerca, oltre a concentrarsi sul superamento dei test scientifici sugli animali, mira a mettere a punto strumenti innovativi con cui studiare minuziosamente il comportamento delle cellule. Strumenti estremamente efficaci ma anche riproducibili su larga scala.

Per questo, insieme a 2 colleghi, ha fondato la start up BIOND Solutions (BI/OND): l’intenzione è ricreare avatar di organi umani che in combinazione con le cellule del paziente, possano rivelare una cura personalizzata.

Per superare il Draize test realizzato sui conigli

Il progetto che ha ottenuto l’elogio dei giudici nella categoria Scienze (premio di 50mila sterline) è stato sviluppato da Dan Dongeun Huh, bio-ingegnere statunitense di origini coreane che con il suo team, presso la Pennsylvania University, ha sviluppato un innovativo modello di blinking eye-on-a-chip in grado di sbattere le palpebre. L’occhio artificiale ma realizzato con cellule umane, ha il dotto lacrimale e una palpebra che si apre e chiude in riposta a corpi estranei, come accade a un occhio umano o animale.  Anche l’occhio di Huh, oltre a supportare la scoperta di nuovi farmaci, offre un’alternativa al Draize test per l’irritazione oculare che viene realizzata sui conigli.
Oltre che dall’Italia gli altri scienziati o gruppi di ricerca premiati dal Lush Prize provengono da: Usa, Brasile, Corea del Sud, Taiwan, Giappone, Cina, Olanda, Lussemburgo e Germania.

Il Lush Prize: occhio alla Black Box

Il Lush Prize si articolo nelle seguenti categorie:
Scienze e Giovane Ricercatore: rivolti allo sviluppo della ricerca alternativa ai test animali;
Premio Formazione per i progetti di informazione e aggiornamento sui metodi di sperimentazione non animale;
Premi Sensibilizzazione dell’Opinione Pubblica e Attività di Pressione per i migliori progetti per la diffusione dei test no animali e sulla giusta applicazione degli ordinamenti in materia.

Ma attenzione, come vuole lo statuto del Premio, “in qualsiasi anno si verificasse un importante passo avanti nello studio della tossicologia del 21° secolo – l’area dove riponiamo le maggiori speranze per giungere alla sostituzione dei test su animali – è previsto un premio Black Box: l’equivalente del fondo annuale sarà assegnato alla persona o al gruppo che avrà permesso la svolta” definitiva.

 

Fotografie dall’alto verso il basso: 1) foto di gruppo dei vincitori Lush Prize 2018; 2) Alessandro Polini; 3) Nikolas Gaio; 4) logo del Premio dell’edizione 2018

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