La vittoria (temporanea?) dei Sioux

gruppo-di-manifestantiAlla fine ci sono riusciti. Le comunità Sioux di Standing Rock  nel Dakota del Nord (Usa) hanno vinto la loro battaglia contro la Texas Energy Transfer Partners.

Dopo mesi di proteste, infatti, i  Sioux hanno ottenuto dal Governo Federale il blocco della costruzione dell’oleodotto che secondo il progetto iniziale, sarebbe dovuto passare sotto il Lago Oahe, nel fiume Missouri, la principale fonte d’acqua delle comunità indigene.

L’oleodotto, che unirà il Nord Dakota con le raffinerie dell’Illinois, è quasi completamente costruito, manca soltanto il tratto che deve attraversare le terre indiane, che oltre ad essere riserve naturali vengono considerate dai loro abitanti, sacre. È un progetto i cui costi di realizzazione si aggirano intorno ai 3.800 milioni  di dollari, con la capacità di trasportare, dai campi di estrazione del Nord Dakota all’Illinois,  470 barili di petrolio al giorno.

la-scavatrice-bloccata-dai-siouxLa proteste dei Sioux sono iniziate mesi  fa. Con il trascorrere del tempo alle comunità locali si sono uniti molti cittadini statunitensi e  attivisti ambientalisti.

Il momento più clamoroso della protesta è stato quando gli indiani sono riusciti a bloccare la strada d’accesso alle scavatrici, impedendo così l’inizio della costruzione del tratto che sarebbe passato per le loro terre.

La loro causa ecologista aveva suscitato tanta simpatia e attenzione al punto che un gruppo di veterani dell’esercito si erano dichiarati pronti ad affiancare i Sioux e gli altri contestatori per garantire il blocco d’accesso alle scavatrici.

nord-dakota-durante-le-proteste

Disordini durante una manifestazione del 29.11.2016

Meno simpatia, invece, avevano suscitato alle autorità di Dakota del Nord  le quali hanno sempre mantenuto  un atteggiamento severo nei confronti dei manifestanti, tanto che nello scorso settembre, dopo un’ulteriore protesta, hanno arrestato 140 partecipanti.

 

Diversa la reazione dell’Amministrazione Obama che, fin da subito,  ha dato ragione alle comunità locali e a novembre un suo portavoce  ha dichiarato che il Corpo degli Ingegneri dell’Esercito stava studiando la possibilità di creare una rotta alternativa del progetto.

Finchè è giunta la decisione definitiva che, lo stesso Corpo d’Ingegneri militari ha rifiutato il permesso di terminare il progetto e domenica 4 dicembre 2016 le comunità Sioux hanno celebrato la vittoria delle loro rivendicazioni che si vanno ad assommare a quella analoga ottenuta contro l’oleodotto di Keystone.

Ma sono vittorie definitive? Va segnalato, infatti,  che la Texas Energy si rifiuta di accettare il cambiamento del progetto, il quale è figlio del boom energetico che si registra negli Usa da quando è stata adottata la tecnica del fracking.

Tecnica, quest’ultima che vede in Donald Trump, prossimo Presidente Usa, un suo grande sostenitore. Si teme, quindi, che una volta che il magnate si sia insediato alla Casa Bianca, possa rimettere in discussione le decisioni pro-ambientaliste a favore dei Sioux e delle loro riserve naturali.

 

Pubblicazione correlata: Dakota. I Sioux hanno perso, ma avevano ragione

Condividi:

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.