La FINA dice no alla Soul Cap, la cuffia inclusiva
Toks Ahmed Salowudeen ha progettato e realizzato la Soul Cap, una cuffia per piscina adatta alla capigliatura voluminosa dei neri. Un’invenzione da non sottovalutare perché i capelli rappresentano un elemento identitario di grande rilevanza e le cuffie normali sono troppo piccole, non coprono né proteggono i cappelli afro per i quali, avendo meno strati cellulari e tendono a essere naturalmente più secchi, la candeggina (ipoclorito di sodio) che si trova nelle piscine rappresenta un vero danno. Per questo motivo soprattutto tante giovani donne si tengono lontane dal nuoto.
Omologare la nuova cuffia, che a vista si differenzia dalle altre soltanto per la dimensione, significa compiere un gesto d’inclusione e per dirla con Ahmed “abbattere gli stereotipi sulla scarsa attitudine dei neri per questa disciplina”.
Eppura la Federazione Internazionale di Nuoto (FINA), alla vigilia delle Olimpiadi, ha rigettato la richiesta di omologare la Soul Cap perché, ha affermato “per quanto è dato sapere, gli atleti che competono negli eventi internazionali non hanno mai utilizzato e non avranno mai la necessità di utilizzare cuffie di tale misura e conformazione. La cuffia deve seguire la naturale conformazione della testa”.
La delusione degli africani e afrodiscendenti non ha tardato a farsi sentire. Radio 1 Newsbeat ha raccolto la dichiarazione di una giovane nuotatrice di 17 anni (rilanciata dal sito della BBC), che ha ribadito come “la cura dei capelli è una delle tante barriere che ho dovuto affrontare come nuotatrice nera”.
La decisione della FINA, scrive bbc.com “potrebbe fermare l’effetto a catena” dell’avvicinamento al nuoto di bambini neri, innescato dall’atleta Alice Dearing, prima nuotatrice di colore a rappresentate la Gran Bretagna a Tokyo 2020.
Più severo Tony Cronin – insegna nuoto ai bambini all’Hackney Aquatics Club di Londra – per il quale la decisione della FINA “dimostra incomprensione e ignoranza”.
Sempre al microfono di Newsbeat, Cronin, uno dei pochissimi allenatori neri, aggiunge: “Ci sono così tante barriere per i nuotatori neri e (Fina, ndr) ne ha, in qualche modo, alzato un’altra, sconfiggendo per intero lo scopo del lavoro che sto facendo”.
Il nero britannici o afro-caraibico è, dopo il bianco, il gruppo etnico più grande del Paese, rappresentando il 3% della popolazione complessiva. Nel nuoto, scrive bbc.com “i bambini bianchi britannici sono sovra rappresentati rispetto alla loro quota di popolazione”; secondo “un rapporto di Sport England del gennaio 2020, circa il 29,3% dei bambini bianchi britannici pratica il nuoto, rispetto al 21,9% dei bambini asiatici e al 20,1% dei bambini neri”.
Immagini: 1) un modello della Soul Cap, la cuffia creata per le capigliature afro; 2) la nuotatrice Alice Dearing, prima nuotatrice nera a rappresentare la Gran Bretagna alle Olimpiadi di Tokyo 2020