Siria. Le Olimpiadi delle tende

In Siria sono state deposte le armi per un giorno, celebrando il vero spirito delle Olimpiadi antiche, quando durante i giochi (avvenuti ad Olimpia (Grecia) dal 776 a.C. al 393 d.C.) le guerre si fermavano per una tregua.

Così nell’insediamento di Yaman, nei pressi della città di Idlib, nella prima metà di agosto si sono svolti i Giochi  deòla Tent Olympics 2020, le Olimpiadi della tenda, alle quali hanno partecipato oltre 100 bambini provenienti da 12 campi profughi.

Con indosso abiti di un colore specifico, corrispondente  al campo di appartenenza, 120 bambini dagli 8 ai 14 anni, sotto gli occhi attenti di arbitri e giudici, hanno gareggiato in diverse discipline, quali il lancio del giavellotto e del disco, il salto in alto, il salto ad ostacoli, le arti marziali, la pallavolo, il badminton, il calcio, la corsa e un’ altra particolarissima corsa con i cavalli, dove gli animali veri erano sostituiti con riproduzioni in legno. In palio per i vincitori la duplicazione delle tradizionali medaglie olimpiche.

L’insediamento di Yaman è stato organizzato per l’occasione con gli attrezzi necessari e delimitando con i segni appropriati i campi da gioco e la pista della corsa.

Un campo profughi trasformato in un centro sportivo, grazie all’ONG siriana Benefits, promotrice dell’evento, che ha spiegato come “le Olimpiadi delle tende’ siano nate “per dare un po’ di speranza ai bambini, ma anche per richiamare l’attenzione della comunità internazionale sulla loro difficile situazione”.

“Volevamo introdurre i ragazzi a diversi tipi di sport che noi stessi, in Siria, non conoscevamo – ha spiegato il rappresentante dell’ONG, Ibrahim Sarminma – anche se l’obiettivo principale era puntare gli obiettivi sui residenti del campo, bambini e adulti, che fanno una vita molto dura“.

In Siria si combatte ormai da dieci anni. Dal 2011 ad oggi il conflitto ha ucciso circa 500mila persone e ha determinato un terzo dei profughi del mondo:7, 1 milioni di persone (secondo i dati di Pew Research Center riportati da truenumbers.it.), il 92% sono profughi interni, cacciati dai miliziani dalle proprie case se non dalle proprie città.

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