Günter Litfin. La prima vittima delle due Berlino

Sessant’anni fa, il 24 agosto 1961, moriva Günter Litfin per mano delle truppe di confine della Germania dell’ Est. La prima vittima. La prima di centinaia di persone uccise o perite a causa d’incidenti mortali nella zona di confine tra Berlino est e Berlino ovest. La prima dell’elenco dei nomi riportati sul Gedenkstätte Berliner Mauer, il Memoriale del Muro, che non include il numero imprecisato di persone che morirono per la disperazione e i disagi di questa improvvisa netta separazione imposta alla città dal precedente 13 agosto, quando iniziò la costruzione del Muro. Da principio furono blocchi di cemento, filo spinato, corrente ad alta tensione e posti di controllo che comparvero nel centro di Berlino, dividendo a metà scuole, palazzi, persino cimiteri.

Le 2 Germanie

Dopo la fine della Seconda guerra mondiale la Germania era stata divisa in quattro zone di occupazione: le 3 occidentali erano sotto il controllo di Stati Uniti, Regno Unito e Francia, mentre il settore orientale era sotto il controllo dell’Unione Sovietica. Così suddiviso il Paese formava 2 Stati: la Repubblica Federale Tedesca ad ovest e la Repubblica Democratica Tedesca ad est. Avveniva nel 1949 e dal 1952 i confini tra i settori si snodavano anche nel cuore della città di Berlino, unico varco per passare dall’Est all’Ovest.

I primi anni delle 2 Germania videro a Berlino molte le persone che pur abitando nel distretto Est lavorano nella parte Ovest, come Günter Litfin: erano i cosiddetti Grenzgänger, lavoratori frontalieri. Il confine era aperto e libero e gli spostamenti avvenivano senza problemi. Ma la suddivisione segnava 2 stili di vita completamente diversi: se la parte occidentale superava le sofferenze della guerra e diventava sempre più vitale, la parte dell’Est rimaneva povera e tetra ed erano sempre di più i tedeschi che si trasferivano nella parte occidentale. Di contro la Repubblica Democratica Tedesca andava consolidandosi e i Grenzgänger iniziarono a subire pressioni.

Finché si giunse al 13 agosto del ‘61 e alla divisione definitiva.

11 giorni per un destino

Günter Litfin, stanco del pendolarismo, aveva trovato un appartamento a Charlottenburg (Berlino Ovest), nei pressi del atelier dove lavorava come sarto, prima del 13 agosto. Stando ad alcune fonti, non registrò il cambio di residenza per evitare di passare come “disertore” della Germania dell’Est, condizione che gli avrebbe impedito di rivedere tutta la famiglia che viveva ad est e della quale era diventato il maggior responsabile dopo la morte del padre avvenuta nel maggio del 1961.

Il 13 agosto 1961, quando, inaspettatamente e bruscamente l’Est chiuse il confine intrappolando di fatto la parte orientale della città, Günter Litfin si trovava nella casa di famiglia. Insofferente alla vita della Repubblica Democratica Tedesca (da sempre contrario: come il padre, era clandestinamente iscritto alla partito CDU Unione Cristiana Democratica), pianificò subito la fuga che mise in atto il successivo 24 agosto.

Scelse di attraversare nuotando, l’Humboldthafen, un piccolo porto sul fiume Sprea, tra l’ospedale Charitè e la stazione ferroviaria Lehrter Stadtbahnhof (oggi Berlin Hauptbahnhof) che metteva in contatto le 2 Berlino.

All’altezza del ponte ferroviario che costituiva il confine, Litfin fu scoperto dagli ufficiali della polizia dei trasporti della Germania Est che gli intimarono di tornare immediatamente indietro . Litfin alzò le mani dall’acqua per uscire dal fiume. Dapprima gli agenti spararono dei colpi di avvertimento in aria. Ma Litfin spaventato, riprese a nuotare per fuggire. A quel punto una guardia sparò due volte mirandolo alla nuca e il giovane uomo (non aveva ancora 25 anni) scomparve nelle acque. Erano circa le 4 del pomeriggio. Il suo corpo fu recuperato dopo tre ore dai vigili del fuoco di Berlino Est.

L’episodio fu seguito da molte persone si erano radunate sul lato occidentale, nello stesso punto dove dopo pochi giorni apparve lo striscione con la scritta: “Und wenn der Ulbricht noch so tobt, Berlin bleibt frei, wird niemals rot” – “Non ha importanza quanto si arrabbia Ulbricht – leader della DDR – Berlino resta libera, non sarà mai rossa”.

Il Memoriale

In memoria di Günter Litfin, così come di tutte le altre vittime del Muro, nel 1992 è stato eretto il Memoriale su iniziativa di Jürgen Litfin (fratello minore di Günter Litfin).  Si trova nella torre di guardia dell’ex “Kieler Eck”, sulla Berlin-Spandauer Schifffahrtskanal.

Dal 24 agosto 2000, la via Weißensee, precedentemente chiamata Straße 209, è stata rinominata Günter-Litfin-Straße.

La fine della Guerra Fredda

Il Muro di Berlino, fu costruito a più riprese fino a diventare un sistema di recinzione in calcestruzzo armato di 156 chilometri alto 3,5 metri, costituita da 2 muri paralleli separati dalla cosiddetta “striscia della morte”. Se dal 1949 al 1961 furono 2,6 milioni le persone che erano immigrate, dal 1961 al 1989, furono soltanto 5mila. A questo servì il Muro a fermare l’emoraggia di immigrazione, anche se la giustificazione ufficale fu quella di difendersi da un eventuale invassione dell’Occidente.

Il 9 novembre del 1989, con l’implosione progressiva dell’Unione Sovietica che ne decretò la fine, venne annunciato dal Governo della Germania dell’Est che erano consentite le visite nella Germania dell’Ovest. L’annuncio portò molto cittadini dell’Est ad arrampicarsi sul Muro per raggiungere l’Ovest dove già si stava celebrando. Dallo stesso giorno furono molte anche le persone che iniziarono a picconare il Muro le cui parti, nello settimane successive, venivano prese come souvenir.

Iniziava la riunificazione della Germania, (formalmente conclusa il 3 ottobre 1990); cadeva la Cortina di Ferro, l’ Iron Curtain come da Winston Churcill in poi si definì  la linea di confine tra l’Europa Orientale – sotto l’egemonia dell’Unione Sovietica – e la parte Occidentale sotto l’influenza degli Stati Uniti. Cessava definitivamente la Guerra Fredda, ossia la contrapposizione politica, militare ed ideologica fra le due super potenze che con il socialismo reale da una parte e la democrazia capitalista dell’altra avevano condizionato il mondo dalla Seconda guerra mondiale fino ad allora.

 

Immagini: 1)Berlino,  Günter Litfin; 2) 1961-1989 il Muro; 3 e 4) a sinistra ancora un ritratto di Litfin, a destra il ritrovamento del suo corpo il 24 agosto 1961; 5 e 6) 1962, la lapide posta in ricordo di Litfin la lapide, intorno alla quale negli anni Novanta è stato costruito il Memoriale del Muro e il Memoriale dei Caduti del Muro; 7 e 8) 9 novembre 1989, la caduta del Muro di Berlino

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