Cuba cambia volto, riconosce la proprietà privata e apre al matrimonio per le persone Lgbt
L’Assemblea Nazionale del Potere Popolare (La Asamblea Nacional del Poder Popular) ovvero il parlamento monocamerale della Repubblica di Cuba, il 22 luglio 2018 ha approvato unanimemente il progetto della riforma apportata alla Carta Costituzionale del Paese. Riforma che mira a cambiare il voto del Paese. A comunicarlo è l’agenzia di stampa governativa Granma.
Cancellata la parola comunista, ma mantenendo il passo del socialismo sostenibile, Cuba riconosce la proprietà privata, abolita da Fidel Castro nel 1959, e compie i primi passi verso il matrimonio omosessuale perché, si legge nel nuovo testo, il matrimonio è “l’unione consensuale di 2 persone, indipendentemente dal genere”.
Il progetto apporta modifiche a 113 articoli dell’attuale Costituzione, risalente al 1976, ne aggiunge 87 e ne elimina 11. Un cambiamento “per adattare il testo alla realtà economica, politica e sociale di Cuba” come ha detto Homero Acosta, segretario del Consiglio di Stato, nel suo discorso trasmesso dalla televisione statale. Il testo prima dell’approvazione finale sarà sottoposto alla discussione popolare (dal 13 agosto al 15 novembre 2018) alla quale seguirà il referendum popolare.
Il Partito Comunista rimane quello dominante, ma viene instaurata la formula di presidente della Repubblica, (attuale presidente del Consiglio di Stato e dei Ministri) – che potrà rimanere in carica solo per 2 mandati di 5 anni ciascuno – accompagnato dal vice presidente e ristabilisce la carica di primo ministro.
In campo economico la riforma costituzionale conferma la pianificazione centralizzata e la statalizzazione delle imprese ma riconosce “altre forme di proprietà come la cooperativa, la proprietà mista e la proprietà privata”: passaggio propedeutico alla legalizzazione delle piccole e medie imprese. E apre agli investimenti stranieri considerati una “necessità importante per lo sviluppo” di Cuba.
Un cambiamento radicale, come dicevamo, è la ridefinizione del principio di matrimonio, il quale eliminando la divisione di genere, abbatte le barriere verso le persone Lgbt, fino a qualche tempo fa perseguibili per legge e condannati ai lavori forzati nei campi militari. Ma il testo non si limita ad affrontare solo i diritti lgbt ma condanna ogni forma di discriminazione: di genere, quindi, ma anche religiosa ed etnica.
Foto: Miguel Díaz-Canel, da aprile 2018 presidente del Consiglio di Stato e del Consiglio dei ministri di Cuba