“Io non ho nemici”. In ricordo di Liu Xiaobo
Premio Nobel per la pace, ritorna in Cina per sostenere il Movimento dei giovani di Tienanmen, ha 33 anni ed è già docente universitario. Nella sua lettera in occasione della consegna del Premio Nobel a cui non poté assistere, e che fu letta dall’attrice svedese Liv Ulmann, dichiarò che quella data fu per lui un momento di svolta.
Con tono pacato, lucido, compassionevole e determinato, Liu Xiaobo parlò al mondo sull’apertura storica della Cina: “Per esercitare il diritto alla libertà di parola attribuita dalla Costituzione, bisogna rispettare la responsabilità sociale di un cittadino cinese. Non c’è niente di criminale in quello che ho fatto. Ma se le accuse contro di me sono per questo, non mi lamento”.
Autore del manifesto Charta 08 in cui, 9 anni fa, chiedeva il rispetto dei diritti umani e la democrazia; il manifesto fu redatto in occasione del 60esimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, fu firmato da 303 intellettuali ed attivisti cinesi per i diritti umani. Dal 2009, il letterato, docente accademico è in carcere per “incitamento al sovvertimento dello Stato” e sua moglie Liu Xia agli arresti domiciliari.
Nel 2003, Liu Xiaobo aveva fondato in Cina il Pen e lo dirige fino al momento del suo arresto. Sul sito americano di Pen, lo scrittore viene ricordato in ogni fase della vita.
Fiumi di pagine cartacee e digitali in tutto il mondo, evocano la sua figura, la sua epopea umana e politica (nel senso largo del termine), ma Liu Xiaobo non c’è più, si è spento giovedì 13 luglio 2017, colpito da un tumore al fegato, costretto nel suo paese nativo che gli aveva negato la libertà. Esempio di “lotta alla libertà” per coloro che sono incarcerati per avere espresso le loro opinioni: giornalisti, blogger, ragazzi che scrivono sui media.
Tager, capo dell’American Free Expression Program del Pen (associazione di scrittori attivi nel difendere gli intellettuali), la sera della sua scomparsa, indice con una fiaccolata davanti alla sede dell’Onu a New York, in sua memoria. Il giovane Joshua Wong, leader dell’Umbrella Movement” di Hong Kong e membro del partito Demosisto, chiede al governo cinese di fermare immediatamente la repressione dei dissidenti e di liberare tutti i prigionieri di coscienza, compresi gli avvocati dei diritti umani, rapiti durante la repressione del 9 luglio 2015.
Nell’intervista a Repubblica (venerdì 14 luglio 2017), Shirin Ebādi, Nobel per la pace 2003, iraniana esule a Londra e avvocato per i diritti umani, profondamente addolorata per la scomparsa del poeta, evidenzia come lo scrittore lasci in eredità tre categorie: la necessità di rispettare la libertà di espressione; la necessità di sostenere chi si è battuto per la pace e per questo ha vinto il Nobel (più attenzione da parte del Premio Nobel verso i vincitori) e sostegno reciproco tra i vincitori, infine sottolinea la forte lezione per i cittadini: non dimenticare mai le proprie aspirazioni ed ideali.
La voce dell’anima
…. La prigionia per chi lotta per la libertà non dovrebbe essere motivo di vanto, ma un onore indispensabile; se la resistenza è una scelta, la prigionia è parte della scelta… Nessuno mi ha costretto a volare come una farfalla intorno alla fiamma invece di girarle al largo. Nella quotidianità è raro che mi preoccupi di chi mi vive accanto. Mi preoccupo di astrazioni sublimi, la giustizia, i diritti umani, la libertà”
….L’odio può rompere l’intelligenza e la coscienza di una persona. La mentalità nemica avvelena lo spirito di una nazione, incita crudeli mortali lotte, distrugge la tolleranza e l’umanità della società e ostacola il progresso di una nazione verso la libertà e la democrazia. Ecco perché spero di poter trascendere le mie esperienze personali mentre guardo lo sviluppo e il cambiamento sociale della nostra nazione, per contrastare l’ostilità del regime con la massima volontà e per dissipare l’odio con l’amore”.
Le parole di Liu Xiaobo ci permettono di entrare nel dramma individuale e sociale di chi, accetta il suo destino, un destino che si è scelto, aprendo un dramma secolare tra rapporti internazionali e vicende domestiche. Stridente è la distonia tra la comunità internazionale per la pace e lo sviluppo e interessi di mercato e geopolitici dei singoli stati; tra il ruolo dell’Onu come istituzione per il mantenimento della pace tra gli stati e i percorsi storico-politici a livello nazionale.
Un intricato bosco e sottobosco di relazioni internazionali fa da sfondo al dramma di Liu Xiaobo e a tutti i dissidenti, attivisti politici, termine vago e sommario che racchiude artisti, giornalisti, cittadini non esposti in prima persona, tutti coloro che vengono identificati come “nemici” di Stato.
La condizione di “nemico” e l’atteggiamento verso di esso è spesso uno dei pilastri dei regimi dittatoriali, e ben lo ricorda Liu Xiaobo “… Nella mia opinione la Riforma e l’Apertura in Cina iniziò con l’abbandono dell'”uso della lotta di classe come principio guida” della politica istituzionale dell’era di Mao e, a suo posto, un impegno verso lo sviluppo economico l’armonia sociale; un graduale indebolimento della mentalità del nemico e l’eliminazione della psicologia dell’odio e un processo di spremitura del” latte di lupo” che penetra nella natura umana. Un processo di creatività e di ripristino della compassione tra gli uomini” “…Tutti sanno che la “Riforma e l’Apertura hanno portato lo sviluppo del nostro paese e il cambiamento sociale” (dal suo discorso scritto in occasione del Nobel “I Have No Enemies: My Final Statement” – Non ho nemici: la mia dichiarazione finale )
Il coraggio di un uomo e il destino della Cina
La complessità storica e culturale della Cina, popolata da etnie e lingue diverse, di tradizioni millenarie, ostaggio di politiche imperialiste e “anti-imperialiste” è insita nel dna di ogni cittadino cinese ed è per questo che in onore di Liu Xiaobo, prendiamo “a prestito” la testimonianza di una giovane cinese che vive in Occidente per amore e per lavoro, avulsa da ogni forma di ideologia. Di seguito il suo racconto
“Non ho analizzato in modo approfondito i suoi scritti e concetti, pertanto non sono in grado di esprimere un’opinione costruttiva, ma posso dire che lui ha vissuto la sua vita con una missione più grande di lui e che è realmente una persona coraggiosa e così sarà ricordato dalla storia; il nostro premio Nobel è l’esempio di come un essere umano dovrebbe vivere la propria vita, non solo vivendo la quotidianietà, ma con la voglia di fare del proprio paese o del mondo un posto migliore con ciò è in grado di fare.
Oggi giorno la maggior parte della popolazione in Cina non entra direttamente nelle discussioni politiche o si preoccupa di cambiare la struttura politica attuale, per diverse ragioni: 1) per vivere la vita di tutti i giorni, la qualità della vita non è così male specialmente negli spazi urbani; 2) rappresenta un grande costo sfidare l’autorità e la maggior parte delle persone non si sente di rischiare la propria vita o libertà per compiere tale missione; 3) l’unico partito al potere sta cercando di far arrivare un messaggio al pubblico attraverso il suo sistema di propaganda, che si stanno impegnando per migliorare la società e avvicinarsi alla base della società; 4) il paese è nettamente migliorato rispetto a 30, 40 anni fa, sotto molti aspetti: a. lo status del paese nel mondo; b. sicurezza interna; c. diritti dei cittadini a lavorare e a ricevere una formazione nelle aree urbane; d. la libertà del cittadino di svolgere un’attività diaria; e. lo status sociale delle donne nelle aree urbane; f. il potere economico e capacità finanziaria; g. la libertà dei cittadini e il diritto di viaggiare fuori dal paese o perfino di immigrare in un altro paese.
Il paese è in forte crescita ma ci vuole molto tempo per rimodulare le condizioni sociali e politiche, sfortunatamente il paese non ha avuto l’opportunità di godere di tutte le possibilità dovuto alla struttura monopartitica del governo.
Secondo me, come gli esseri umani, anche un paese ha il proprio destino e il destino della Repubblica di Cina è condannato a passare attraverso una tale fase di sviluppo. Al momento, per i benefici generali e la pace dei cittadini pubblici è meglio rimanere in questo modo, almeno le persone hanno molte possibilità di vivere e di lavorare in pace, facendo ciò che hanno pianificato di fare, altrimenti la situazione potrebbe richiedere una guerra violenta per sfidare l’autorità e riformare la struttura e nessuno si augura che accada.
Un paese che mediante l’arte, la cinematografia, la poesia, la narrativa, la musica esprime e più diverse idee politiche che poi non si accorda con i principi governativi, generando diversi livelli di restrizione e condanne contro tali comportamenti; il governo dovrebbe imparare a rilassarsi e dare il benvenuto, creare un ambiente di ampia tolleranza delle diverse voci, ma questa situazione non accadrà presto”.
Libertà per Xu Zhiyong
L’attivista e avvocato Xu Zhiyong è stato rilasciato dopo aver scontato la pena a 4 anni di reclusione per disturbo all’ordine pubblico del 2013, avendo creato un network di persone “socialmente consapevoli”.
La scarcerazione, è giunta nel giorno di funerali e cremazione di Liu Xiaobo,Tra le battaglie di Xu figurano quelle del 2003 sulle vittime dello scandalo del latte avvelenato per bambini e dei lavoratori migranti privi di accesso a cure sanitarie e istruzione.
Reazioni alla cremazione
Le sue ceneri sono state disperse secondo l’usanza locale, ma molti dei suoi amici scrittori, esuli in Europa, hanno espresso al giornale britannico The Guardian, la loro rabbia e disgusto dopo l’annuncio che le ceneri del dissidente erano state gettate nell’oceano fuori dalla Cina nordorientale in una sepoltura tempestiva, negando ai sostenitori un luogo di pellegrinaggio.
La richiesta internazionale, ora è di liberare la moglie, Liu Xia.
Foto in basso by Associated Press, fornita dal Shenyang Municipal Information Office. Ritrae Liu Xia durante la cerimonia di dispersione delle ceneri di Liu Xiaobo