Pace nella Repubblica Centrafricana. La speranza parte dalla Comunità di San Egidio
Il 20 giugno 2017 nella sede dell’Ong romana “Comunità di San Egidio” è stato firmato l’accordo politico che dovrebbe portare alla pacificazione della Repubblica Centrafricana, il tormentato Paese dilaniato da decenni di lotte civili e governi autoritari e corrotti che hanno determinato molte vittime e altrettanti migranti.
L’accordo è stato firmato dai rappresentanti dei numerosi gruppi politico-militari della Repubblica Centrafricana, dai rappresentanti del suo attuale presidente Touadéra, alla presenza degli osservatori della comunità internazionale, del Governo italiano, dell’inviato Onu, Parfait Onanga-Anyanga e dell’Unione Europea. Come annunciato da Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, nel corso della conferenza stampa, il documento d’accordo si snoda sui seguenti punti fondamentali: politico, sicurezza, sociale ed economico.
Sul piano politico è stato concertato: il cessate il fuoco il cui rispetto è controllato dalla comunità internazionale; la volontà di rispettare l’integrità del territorio nazionale, la rappresentatività e il riconoscimento di tutti i gruppi politico – militari coinvolti nella ricostruzione del Paese; il rispetto delle elezioni presidenziali e legislative del 2016; l’impegno di tutte le parti in causa di avviare “una dinamica riconciliazione”.
Il primato
L’atto di pace per la Repubblica Centrafricana è il primo dopo l’accordo istituzionale per la pace stretto tra il Dipartimento degli affari politici dell’Onu è la Comunità di Sant’Egidio è stato ufficializzato il 9 giugno 2017, a Roma, presso la sede della Rappresentanza Permanente d’Italia delle Nazioni Unite (foto a lato) e vede l’Ong diventare la prima organizzazione non governativa entrare a fare parte delle Nazioni Unite. Un primato che segna un accordo formale, ma che nei fatti riporta ad una collaborazione iniziata molti anni fa, esattamente nel 1992, quando si firmò la pace in Mozambico, occasione nella quale la Comunità svolse il ruolo fondamentale di mediatore. L’Ong, infatti, rispettando il suo carattere inter-culturale e inter-religioso, ha sempre operato nel solco del dialogo e del negoziato per trovare, come ha detto l’ex Segretario generale dell’Onu, Ban Ki moon,”situazioni sostenibili alla violenza”.
Oggi, dopo il successo riportato nella Repubblica Centrafricana, l’impegno comunitario continua soprattutto in Sud – Sudan, Libia e Senegal.
Mentre nell’area del Mediterraneo l’Ong è impegnata nella crisi delle migrazioni. Questa volta insieme alla Tavola Valdese e alla Federazione delle Chiese Evangeliche Italia, la Comunità si Sant’Egidio ha realizzato, giusto 1 anno fa, i corridoi umanitari che consentono ai profughi e ai migranti particolarmente vulnerabili di entrare in Italia in totale sicurezza e assicurandogli l’accoglienza. Fin’ora sono state portanti nel nostro Paese 791 persone, in gran parte siriani. Il progetto dei corridoi umanitari si è posto l’obiettivo di arrivare a 1000 migranti, dei quali una volta in Italia li accompagna nella difficile fase dell’integrazione.
Fotografia di copertina: Andrea Riccardi fondatore della Comunità S. Egidio e il ministro degli Esteri della Repubblica Centrafricana, Charles Armel Doubane