Negli Usa torna l’indice dei libri proibiti
È sconcertante e non rassicurante apprendere dalla BBC che negli Stati Uniti esiste la censura letteraria con titoli di testi messi all’indice, come ai tempi oscurantisti della Chiesa cattolica, quando nel 1559 papa Paolo IV istituì l’elenco delle pubblicazioni proibite (Index librorum prohibitorum), aggiornato dalla Congregazione dell’Indice fino al 1966.
Così nel Paese liberale per eccellenza esiste la lista dei libri proibiti generata dalle scuole accettata dalle biblioteche; titoli difficile da trovare anche nelle librerie fisiche.
Tutta colpa dei genitori. Migliaia i titoli sotto la scure della censura
La severità della censura, che implica biografie, libri religiosi e romanzi, varia da Stato a Stato. Nel 2021, riferisce ancora la BBC nel Texas i libri sono stati banditi sulla scia delle lamentale di molti genitori per il loro contenuto. E questo ci rimanda al recente episodio della professoressa di Storia dell’Arte in Florida, licenziata perché aveva mostrato in classe il David di Michelangelo nel corso di una lezione sul Rinascimento, perché considerato “pornografico”; dimostrazione di una un ristrettissimo orizzonte culturale, o forse peggio, una cultura bigotta foriera di grettezza, malintesi, ambiguità e pregiudizi.
Il numero dei titoli all’indice sono allarmanti: secondo PEN America una Ong con sede a New York che monitora la situazione riferisce l’emissione di 2.500 divieti di libri, dai distretti scolastici in 32 stati: il primo è il già citato Texas, con 801 titoli, segue la Florida con 566 e la Pennsylvania con 457.
Il contenuto di tali libri riguarda soprattutto l’identità razziale o di genere; comprende titoli attuali come All Boys Aren’t Blue di George M. Johnson, memoir dell’autore nero e queer, ma anche classici del passato, come il famoso romanzo vincitore del Premio Pulitzer “To Kill a Mockingbird” di Harper Lee, pubblicato nel 1960, che esamina l’ingiustizia razziale negli Stati Uniti, un argomento sufficientemente controverso da promuoverne la censura in Oklahoma e nella Carolina del Nord nel 2021.
L’American Library Association (ALA) ha riferito nel marzo scorso che le richieste di ritiro di libri dalle scuole e dalle biblioteche pubbliche nel 2022 hanno raggiunto il numero più alto degli ultimi 20 anni.
Il club dei libri proibiti. Gli studenti si ribellano
La buona notizia, però, è che alcuni studenti non ci stanno e si stanno organizzando per difendere il loro diritto alla libera scelta dei testi da leggere. Le adolescenti texane Ella Scott e Alyssa Hoy hanno fondato il primo club di lettura di libri proibiti, iniziativa ripresa da altri gruppi in tutti gli Stati Uniti.
Scott e Hoy, con acuta ironia notano “la stranezza che in una società individualista come gli Stati Uniti ci siano persone che cercano di eliminare storie che raccontano altre individualità ma diverse”. La loro intenzione è abbattere la censura giacché “va bene non leggere un libro se ci mette a disagio. Ma proibirlo agli altri non è giusto”. No, non è giusto.
Speriamo che la loro voce sia ascoltata e faccia riflettere su un futuro che poterebbe peggiorare se al Senato dovesse passare il disegno di legge, già approvato alla Camera, noto come Dichiarazione dei diritti dei genitori, che concederebbe a quest’ultimi il diritto di veto sui libri del sistema scolastico.
Allora sì che avrebbe ragione Hoy quando dice “È spaventoso crescere in tempi come questi”.
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