Gpt4Free. Come ingannare ChatGpt e usarlo gratuitamente
Mentre giunge la notizia che il Garante della Privacy italiano che raggiunto l’accordo con OpenAi (quest’ultima ha accettato di uniformarsi alla normativa europea sulla privacy e alle richieste del Garante) e pertanto l’ormai famoso ChatGpt, il suo software di chatbot basato sull’intelligenza artificiale, è nuovamente disponibile anche in Italia, per l’azienda statunitense sorge un nuovo problema, o meglio dire, un nuovo concorrente.
Un suo ex dipendente ha sviluppato Gpt4Free, versione di chatbot completamente gratuita che sta riscuotendo un grande successo, tanto da non essere in grado di sostenere il volume di richieste.
Ma c’è un inganno. L’uso di Gpt4Free è possibile perché il suo sviluppatore fa “credere a ChatGpt che le richieste eseguite da qualsiasi navigatore provengano, in maniera casuale, da aziende iscritti al suo servizio Plus” spiega il sito TechCrnch, ripreso dall’Ansa;inoltre “permette di installare ChatGpt modificato su altri o integralo nelle proprie app”. Quindi l’accesso gratuito a tutte le funzioni offerte dal chatbot è assicurato, anche se a scadenza, perché OpenAi provvederà ad eliminare il difetto.
Lo sviluppatore, che si fa chiamare xtekky, sfrutta un difetto dell’interfaccia del programma di OpenAi, che, probabilmente come ex dipendente, ha saputo come metterlo a profitto e, pur essendo consapevole che presto sarà colpito da un’azione legale da parte dell’azienda, si augura di “poter continuare il progetto con altri mezzi”,
Gpt4Free dimostra il grande interesse presso il pubblico che suscitano i software chatbot e come presto potremmo essere inondati da testi e immagini che chiunque potrà creare a suo piacimento. Allora il problema, più che la privacy o il costo gli abbonamenti sarà distinguere il vero dal falso.
Immagine di Andrew Neel – pexels.com