Mastodon. Il social network di tendenza

Cresce la popolarità del social network Mastodon da quando Twitter è stato acquistato da Elon Musk,  rendendone il destino incerto. Le sue esternazioni caotiche, contraddittorie e censorie inducono personaggi famosi e di vaglia (un nome su tutti, lo scrittore Stephen King) a chiudere – o a minacciare di farlo – il proprio profilo del social, dove, affermano, stanno aumentano i commenti “razzisti e bigotti”. Gli preferiscono, appunto, Mastodon.

La caratteristiche

Mastodon si presenta come “il più grande social network decentralizzato. Fa parte del fediverso, una comunità internazionale composta da oltre 5 milioni di iscritti distribuiti su circa 12000 server indipendenti il cui obiettivo è rimettere il social nelle mani degli utenti. A differenza dei social tradizionali è open source, non raccoglie i dati degli iscritti, non ha pubblicità o algoritmi segreti che decidono cosa devi vedere”.

Tutto chiaro, dunque, tranne forse il termine fediverso che si riferisce a federate universe, universo federato, vale a dire un grande insieme di siti diversi che possono comunicare fra loro pur appartenendo a provider diversi.

Ricapitolando allora i fediverso (tra i quali appunto Mastodont) si distinguono dai social network conosciuti finora per i seguenti motivi che vale la pena elencare:

  • sono decentralizzati: la comunicazione tra i vari siti si basa sul protocollo ActivityPub, senza appartenere a società o singolo proprietario. A garantirne l’indipendenza finanziaria l’uso del crowdfunding;
  • non hanno pubblicità;
  • non hanno algoritmi che impongono contenuti;
  • contrastano la diffusione d’odio e bullismo on line;
  • proteggono i dati personali degli utenti.
Le differenze

La configurazione del profilo e le modalità di Mastodon sono simili a quelli deiTwitter, con la differenza che i post possono contenere fino a 500 caratteri, i tweet si chiamano toot (dal verso dell’elefante, simbolo del social), i retweet si chiamano boost e lo spazio che occupa ciascun server viene chiamato Istanza e si distingue per design e regole proprie.

Nato nel 2016 come progetto open source, la piattaforma social è amministrata da circa 3mila indipendenti che gestiscono i tanti server interconnessi del social che attualmente conta più di 4 milioni di utenti attivi. Certamente lontano dagli oltre 200 milioni di Twitter, per non parlare dei 2,9 miliardi mensili di Facebook (1,9 1 miliardi le persone che lo usano quotidianamente), ma con la velocità odierna  Mastodon potrebbe diventare a breve il loro vero rivale.

Per gli interessati consultare il sito: mastodon.it

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