Le Nazioni Unite sollecitano gli aiuti umanitari contro la carestia
Carestia e siccità, questi sono i nemici da abbattere velocemente per le popolazioni del Corno d’Africa e lo Yemen. La FAO, il WFP (World Food Programme – Programma alimentare mondiale) e l’Unicef lanciano il grido d’allarme. Se non s’interverrà tempestivamente si prevede che entro il mese di luglio 2017, le persone a rischio alimentare raggiungeranno i 5,5 milioni.
A risentirne sono soprattutto i bambini. Circa 1,4 milioni, i bambini, che corrono il rischio imminente di morire per denutrizione a causa della carestia che colpisce la Nigeria, Sudán del Sud, Yemen e la Somalia: in quest’ultima a causa della siccità.
Ma, precisa Anthony Lake, direttore generale dell’UNICEF si possono salvare ancora molte vite. La denutrizione è grave ma in gran parte è causata dagli stessi esseri umani. Serve una azione più rapida. Si deve evitare, termina Lake, che si ripeta nel Corno d’Africa la tragedia del 2011, quando la tempestività degli aiuti umanitari avrebbe potuto, forse evitare, senz’altro ridimensionare la catastrofe che poi si verificò.
Per questo le Nazioni Unite sollecitano l’accesso agli aiuti umanitari per i Paesi citati per evitare l’estendersi della grave situazione e, quindi, scongiurare la calamità imminente, se l’assistenza umanitaria raggiunge, tempestivamente, i più vulnerabili.
Il Sud Sudán
Nel Sud Sudán è stato dichiarato ufficialmente lo stato di carestia. Ciò significa che la fame ha già iniziato a mietere le sue vittime. Circa 1 milione di persone sono prossime alla carestia.
La causa è il conflitto bellico, la guerra civile iniziata nel dicembre del 2013, che colpisce un paese già di per se molto povero, nonostante le grandi riserve petrolifere del Paese.
Serge Tissot, rappresentante della FAO nel Sud Sudán, spiega “che la maggioranza della popolazione è costituita da contadini e la guerra ha sconvolto l’agricoltura”. Hanno perso il bestiame e gli attrezzi agricoli. La produzione agraria e i mezzi di sussistenza rurali del Paese sono gravemente pregiudicati.
L’aggravamento delle violenze registrata dall’estate del 2016 ha finito col devastare la produzione alimentare anche in quelle zone del Sud Sudán che, in precedenza, sembravano più sicure. Mentre l’incalzante inflazione ha finito per colpire anche le popolazioni urbane che non sono più in grado di fronteggiare gli aumenti dei prezzi dei prodotti alimentari di base.
Secondo l’ultimo aggiornamento del Quadro integrato di classificazione della sicurezza alimentare, pubblicato il 21 febbraio 2017 dalle tre agenzie umanitarie, oltre il 40% della popolazione del Sud Sudán, vale a dire 4,9 milioni di persone, hanno urgente bisogno di assistenza nutrizionale, alimentare e agricola.