Eurobarometro 2016. Quanto siamo europei

La storia culturale europea è fatta di continue ibridazioni e assimilazione, sconfessioni e riconoscimenti, contese e rappacificazioni, divisioni e unioni che ne hanno fin qui garantito la fragile, ma ormai più che millenaria, unità nella diversità (da Fra Oriente europeo e Occidente slavo di Luigi Marinelli)

Eurobarometro 2016. Immigrazione e terrorismo al primo posto problematiche percepite dagli europei.Ci sentiamo più europei o più “nazionali”? Consideriamo che sia necessaria una politica di efficienza energetica unica a livello comunitario? Queste sono solo alcuni dei quesiti che il servizio Eurobarometro affronta due volte l’anno per misurare “le temperature sociali dei paesi europei” in una dimensione comparatistica,

I partecipanti al sondaggio rispondono per lo stesso quesito sia a livello nazionale che europeo. I risultati sono interessanti poiché evidenziano una percezione delle questioni principali da affrontare a livello socio-politico leggermente diverse tra il sentire “nazionale” ed Europeo.

Il servizio è stato istituito dalla Commissione europea nel 1973, per misurare e analizzare le tendenze dell’opinione pubblica in tutti gli Stati membri e nei paesi candidati, così da indirizzare le direttive legislative, prendere decisioni e valutare le proprie attività.

Le indagini e studi affrontano grandi temi relativi alla cittadinanza europea: l’allargamento dei paesi membri, la situazione sociale, la salute, la cultura, la tecnologia dell’informazione, l’ambiente, l’Euro, difesa, ecc

Nella primavera del 2016 si è condotto un sondaggio attraverso interviste faccia a faccia per un totale di 31.946 persone di tutti gli Stati membri dell’UE e nei paesi candidati. All’incirca si tratta di 1000 interviste a paese. Nel nostro caso si considera la comparazione con l’Italia.

Eurobarometro 2016

Per quanto riguarda la situazione economica, i cittadini europei mostrano un giudizio unanime, rispetto alla media nazionale .Non si pensa che la situazione economica peggiorerà ma neanche che migliorerà nel prossimo futuro. Infatti alla domanda “Quali pensi che sono le due maggiori problematiche che l’Europa deve affrontare in questo momento?”. Al primo posto, troviamo la disoccupazione e, al secondo, l’immigrazione. La situazione economica al terzo posto e il terrorismo al quarto a livello nazionale.

A livello europeo, l’ordine cambia per i primi due posti ma rimane inalterata per il terzo: Immigrazione, terrorismo e situazione economica. La disoccupazione a livello europeo si trova al quinto posto.

In merito all’immigrazione, all’incirca sei europei su dieci (58%) sono favorevoli sulla migrazione di persone provenienti da altri Stati membri dell’UE. Tuttavia, la stessa proporzione è negativa per l’immigrazione di persone extra europee. Gli  europei considerano l’UE un attore globale: il 68% ritiene che la voce dell’Unione europea conti nel mondo.

Rispetto all’indagine di novembre 2015, la fiducia nei confronti dell’euro rimane la stessa: 55% in Unione Europea, 68% nell’area euro. Un po’ meno fiduciosi appaiono nei confronti degli organismi esecutivi e giuridici (governi e parlamenti) sia a livello europeo che nazionale. Una maggior fiducia si nutre proprio verso l’Unione Europea come istituzione, anche se rispetto al 2015, si rivela un calo del 33% .

Il 79% degli Europei sono favorevoli alla libera circolazione dei cittadini UE che possono vivere, lavorare e studiare in qualsiasi posto dell’Unione e lo considerano il miglior risultato comunitario (56%), insieme alla pace tra i paesi membri (55%). Ai livelli più bassi, il welfare sociale: salute, istruzione e sistema pensionistico insieme alle politiche agricole comunitarie.

Rispetto agli obiettivi europei da raggiungere entro il 2020 si riscontra una maggior fiducia nei seguenti punti Tre quarti di uomini e donne tra i 20 e i 64 anni avranno un lavoro; si migliorerà del 20% l’efficienza energetica; incrementare del 20% di energia rinnovabile.

Il 56% degli europei concorda sul fatto che i soldi pubblici dovrebbero essere utilizzati per promuovere gli investimenti privati a livello europeo.

Il 56% degli europei sono favorevoli ad un mercato unico digitale. Ancora di più rispetto all’energia, il 70% sono favorevoli ad una politica energetica comune. Rispetto al libero commercio e accordi di investimenti, si mostrano a favore il 51% degli intervistati.

Una percentuale invariata di europei (38%) dichiara di avere un’immagine neutra dell’UE, il 34% ne ha un’immagine positiva e il 27%, un’immagine negativa.

Il numero di cittadini che afferma che la loro voce conti nell’UE rimane stabile al 38%, mantenendo la spinta positiva osservata dopo le elezioni europee del 2014.

Due terzi degli europei (66%, +2) sentono di essere cittadini dell’UE. Questo punto di vista è condiviso da maggioranza degli intervistati in 26 Stati membri.

La cultura, la storia e l’economia rappresentano gli elementi che maggiormente contribuiscono a creare un sentimento di unione tra i cittadini europei e, probabilmente, costituiscono il “plancton” comune dal quale nutrirsi per aprirsi verso la cultura dell’accoglienza e non del rifiuto.

Per approfondimenti: Eurobarometro

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