21 aprile. I millenni di Roma e i 60 anni di Brasilia
Non è sola Roma a festeggiare l’anniversario della sua fondazione il 21 aprile. Accanto alla Città Eterna che nel 2020, ufficialmente, conta ben 2773 anni, c’è Brasilia la giovanissima capitale del Brasile che fu inaugurata lo stesso giorno ma nel 1960.
La tradizione vuole che Romolo, primo re di Roma, fondasse quella destinata a diventare Caput Mundi nel 753 a.C. dal Colle Palatino.
La leggendaria nascita di Roma è tenuta insieme da un letterario fil rouge che si dipana per oltre mille anni.
La tradizione ci è stata tramandata dagli scritti di Marco Terenzio Varrone (116 – 27 a.C.). A indicare con esattezza il Natale di Roma – al tempo chiamato Dies Romana– furono i complicati calcoli astrologici compiuti da Lucio Taruzio (1° secolo a.C.) uno dei primi astrologi romani di cui si ha conferma storica e alla cui memoria è stato dedicato il cratere Taruntius sulla Luna.
Taruzio, spinto dall’amico Varrone, aveva ricostruito la vita di Romolo, come riporta Gaio Giulio Solino, scrittore romano del III secolo e individuato la data fatidica. Che Varrone suggellò con la sua erudizione, creando le connessioni con il racconto mitologico delle origini della città. Romolo infatti era discendente delle stirpe reale di Enea, l’eroe che approdò sulla costa tirrenica dopo la caduta della sua città: Troia. Enea, dunque progenitore dei romani le cui gesta sono celebrate da Virgilio – il maggiore poeta latino vissuta dal 70 al 19 a. C., con la sua Eneide il poema epico ispiratore della Divina Commedia di Dante Alighieri.
Molto più semplice, fatta di storia e non di mitologia la genesi di Brasilia, capitale federale del Brasile, iniziata a costruire nel 1956 e inaugurata il 21 aprile del 1960.
È una delle città più giovani al mondo – ma già Patrimonio dell’Unesco – costruita per volere dell’allora presidente Juscelino Kubitschek che attuò a un articolo della costituzione brasiliana, a lungo dimenticato, che stabiliva che la capitale dello Stato federale dovesse essere trasferita da Rio de Janeiro.
L’intento della costruzione della città era di spostare il centro decisionale del Brasile dalla costa atlantica (dove allora viveva il 90% dei brasiliani) verso le regioni dell’interno, ancora scarsamente popolate. Proposito riuscito. Brasilia, infatti, costruita per ospitare delle 600 alle 700mila persone – gli apparati amministrativi del Paese tra i quali i funzionari pubblici di ogni livello che avrebbero vissuto in modo egualitario – oggi accoglie quasi 3 milioni di abitanti e la regione è diventata un importante centro industriale.
Fu progettata dall’architetto Oscar Niemeyer e dall’urbanista l’urbanista Lucio Costa, che vinsero il concorso pubblico tra una ventina di progetti e per la cui realizzazione percepirono lo stipendio di dipendenti pubblici.
Pensata come città del futuro Brasilia fu realizzata seguendo i principi dell’idealismo positivista, seguendo i principi di Le Corbusier (l’architetto svizzero Charles-Edouard Jeanneret) relativi allo sviluppo della Ville Radieuse, la Città Radiosa, il famoso palazzo di Marsiglia e ricorda un aeroplano con un asse monumentale e amministrativo a mo di fusoliera che taglia in 2 le ali destinate alle abitazioni. Città dagli ampi spazi, del vetro e del cemento bianco, senza eccessi, con le vie senza nome ma definite da numeri e lettere.
Brasilia, oggi, è collegata con tutte le città del Paese tramite servizi aerei e terrestri. Negli anni Sessanta è stato aperto un tracciato stradale di 2mila chilometri che supera la foresta amazzonica e che, se da una parte ha consentito la formazione d’importanti centri produttivi, dall’altra ha favorito l’occupazione dell’Amazzonia dando vita allo sfruttamento della foresta fluviale.
La capitale si va espandendo senza un adeguato piano urbanistico e come in tutte le città brasiliane al suo intorno si sono formate le favelas, ossia i vasti quartieri poveri formati dall’immigrazione dalle campagne e dai piccoli centri, senza riuscire a strappare a Rio il suo ruolo primato culturale e tantomeno politico. Ma è giovane, si farà.
Immagini dall’alto: 1)Roma, Foro; 2) Brasilia