Web. La digitalizzazione dei papiri del Museo Egizio di Torino

La piattaforma TPOP, che raccoglie via via l’intera collezione dei papiri del Museo Egizio di Torino, vince il premio Patrimonio Europeo/Premi Europa Nostra 2020, nella categoria ricerca.

TPOP (Turin Papyrus Online Platform) è il progetto realizzato dal Museo Egizio per la digitalizzazione della propria collezione papirologica, una delle più importanti al mondo e motivo di  studio della comunità scientifica internazionale, formata da 700 manoscritti riassemblati o interi e oltre 17mila frammenti scritti in 8 lingue e in 7 scritture che documentato più di 3mila anni di storia.

Un patrimonio impareggiabile del quale sono on line da settembre 2019 più di 230 voci – la maggioranza riguardanti testi di periodo ramesside in ieratico provenienti da Deir el-Medina.

I papiri sono correlati da fotografie ad alta risoluzione con descrizioni nella doppia versione italiano e inglese, alcuni con le traslitterazioni e trascrizioni geroglifiche regolarmente aggiornate dagli egittologi. L’interazione del sito consente, inoltre, l’accesso alle ricerche e alle scoperte più recenti riguardanti i testi.   Infine sono state digitalizzate anche le fotografie di papiri pubblicati che non appartengono alla collezione torinese.

Lavoro in progress, in futuro è prevista la digitalizzazione di papiri ieratici di altri periodi, così come documenti in ieratico anormale, demotico, copto e arabo.

Per accedere alla raccolta della TPOP è necessario registrarsi, ma per gli utenti non registrati sono visibili 57 papiri dall’ Antico Regno al Periodo Tolemaico: testi di diversa natura inclusi gli amministrativi, i  letterari, i funerari, le lettere e anche i Libri dei Morti.

Nella motivazione della giuria che ha assegnato il premio europeo, si legge: ”[…]  Lo sviluppo di una tale piattaforma online, di libero accesso e ad alta risoluzione, è di grande valore per i musei, soprattutto in considerazione del suo potenziale di essere utilizzato per la creazione di un museo digitale europeo che riunirebbe un patrimonio disperso, una raccolta virtuale omogenea che sarebbe impossibile realizzare a livello materiale. L’applicazione di strumenti dell’era digitale contribuisce allo sviluppo della conoscenza, alla conservazione della cultura materiale e alla sua accessibilità, sia per gli studiosi sia per il pubblico generale, promuovendone la diffusione”.

 

Immagine: Torino, Museo Egizio:  Libro dei Morti –  Epoca-Tolemaica, 332 330 a.C. – Collezione-Drovetti-1824

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