Basquiat x Warhol. Pittura a 4 mani testimoniata da Haring

Lavoro a “2 teste” e a “4 mani” è quello che ha visto gli artisti Jean-Michel Basquiat e Andy Warhol collaborare tra il 1984-85 e realizzare opere mai prodotte nel corso delle rispettive carriere. Secondo Keith Haring, che di questo lavoro monumentale ne fu testimone, si trattava di una specie di “conversazione che avviene attraverso i dipinti anziché attraverso le parole”.

I protagonisti, invece, raccontavano il comune processo creativo così: “Andy inizia un dipinto e ci mette qualcosa di molto riconoscibile sopra, oppure un logo di un prodotto, e io cerca di deturparlo. Poi tento di convincerlo a lavorarci ancora un po’ su” spiegava Basquiat mentre Warhol rimarcava il flusso creativo ininterrotto dove non si dovevano distinguere “le parti dipinte dall’uno o dall’altro”.

Insieme dipinsero più di 160 opere. E il 14 settembre 1985 la Tony Shafrazi Gallery di New York inaugurava la mostra Warhol – Basquiat. Dipinti, con sedici dipinti. Fu un successo di pubblico ma non di critica. La recensione del New York Times accusò Warhol di aver usato il collega “come una mascotte”. Basquiat molto irritato mise fine al loro rapporto.

Ma in quei mesi di lavoro l ‘intesa artistica e intellettuale fra i 2 fu perfetta, a dispetto delle differenze: Andy Warhol (1928 – 1987) figlio di immigrati slovacchi (il padre inglesizzò l’originale cognome Warhola) era già l’artista affermato che conosciamo – autore delle serigrafie dei personaggi famosi ed autorevole esponente della Pop – Art – quando conobbe Jean-Michel Basquiat (1960 – 1988), giovane afroamericano di talento. E oggi gli esperti sostengono che ad unirli fu il loro genio.

Andy Warhol morì il 22 febbraio 1987, all’età di 58 anni, a causa delle conseguenze di una banale operazione alla cistifellea.

Basquiat, il primo artista nero ad apparire sulla copertina del New York Times Magazine, conobbe presto successo e ricchezza ma era tossicodipendente e, devastato dalla morte del padre artistico Warhol, abusò dell’eroina, sprofondò nella paranoia e mori, a sua volta, un anno e mezzo dopo, il 12 agosto 1988.

In realtà il loro rapporto fu quello che ci si aspetta fra due artisti di età così distante: Basquiat vedeva in Warhol il “maestro” grande innovatore, e quest’ultimo apprezzava del giovane amico-collega l’entusiasmo, il “fuoco sacro” che animava la sua arte e che lo riportò alla pittura tradizionale.

La loro parabola è celebrata dalla rassegna Basquiat x Warhol, painting 4 hands, presso la Fondation Louis Vuitton a Parigi: un allestimento che nasce con lo scopo di far conoscere quell’anno magico di collaborazione; un pezzo di storia dell’arte contemporanea, a detta dei curatori, ancora poco nota.

Il percorso espositivo inizia con la serie di scatti fotografici che i 2 artisti si fecero a vicenda, per manifestare la loro intesa; si procede, poi, verso le cento opere frutto della collaborazione; quindi si accede ai capolavori individuali di entrambi oltre alle opere di artisti significativi della New York degli anni Ottanta come Keith Haring, Jenny Holzer e Kenny Scharf.

Mostra: Basquiat x Warhol, painting 4 hands;

dove: Fondation Louis Vuitton – Parigi;

quando: dal 5 aprile al 28 agosto 2023.

Bologna

A Bologna, invece, presso Palazzo Belloni, grazie alla Next Exhibition e alla curatela di Edoardo Falcioni c’è la mostra, Warhol Haring Basquiat.

Anche nel capoluogo emiliano c’è l’intenzione di ricreare il clima di creatività degli anni Ottanta, con particolare interesse all’opera di Warhol nel campo della musica, qui, affiancato oltre che Basquiat, anche dal già citato Keith Haring, al quale dobbiamo il murale Tuttomondo che l’artista realizzò a Pisa nel 1989, sua ultima opera pubblica prima di morire prematuramente a 32 anni nel 1990, a causa dell’AIDS.

In mostra la copertina del vinile The Velvet Underground & Nico by Andy Warhol, firmata dall’esponente della Pop Art, ancora oggi considerata come la più celebre.

Tra le altre cover, quella dell’album Sticky Fingers dei Rolling Stones e le polaroid originali che ritraggono i membri del gruppo con Warhol. Divennero molti amici.

Evocato il Club 57 nell’East Village di New York frequentato da tutti e tre gli artisti, uno spazio dedicato alla musica, alla poesia, alla pittura, alla fotografia e ai video, che Haring decorò con i suoi tipici graffiti e ne divenne il curatore artistico.

Basquiat, invece, amava il jazz e il Be-bop e tra le cover che disegnò la più famosa è Beat Bop oggi venerata come il Santo Graal del Rap: nella mostra bolognese c’è una della 500 edizione del 1983.

Mostra: Warhol Haring Basquiat;

dove: Palazzo Belloni – Bologna;

quando: dall’11 marzo al 18 giugno 2023.

 

 

Immagini: 1) pagine del libro WARHOL ON BASQUIAT; 2) da sinistra  Keith Haring, Andy Warhol e Jean-Michel Basquiat

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