Keith Haring. L’arte giù dal piedistallo
Riapre a Pisa Palazzo Blu. Il celebre centro culturale, dopo la chiusura per l’emergenza sanitaria, riceve il pubblico con un nuovo allestimento delle opere della collezione permanente e con il programma espositivo inaugurato dalla mostra dedicata a Keith Haring, l’artista statunitense che con la città toscana ebbe un rapporto speciale, come testimonia il murale Tuttomondo che realizzò nel 1989 sulla parte esterna della Chiesa di Sant’Antonio.
Si tratta della sua ultima opera pubblica: Haring morì prematuramente nel 1990, per AIDS. Considerava il murale pisano uno dei “progetti più importanti che abbia mai fatto”.
Tuttomondo copre una superficie di 180 metri quadrati, nel suo genere uno dei dipinti più grandi d’Europa.
Il titolo in italiano gli fu dato dallo stesso Haring, rispondendo alla domanda di un giornalista incuriosito dal suo lavoro. Un titolo che esprime le intenzioni dell’opera: celebrare la fratellanza e la pace, dunque, l’armonia nel mondo.
Trenta le figura nell’opera, oltre agli “omini” in pieno dinamismo, tipici dell’artista statunitense.
C’è l’uomo scala, ad onorare il lavoro, l’uomo TV che riflette le possibilità offerte dalla tecnologia, se posta al servizio dell’essere umano e ci sono i fratelli siamesi che invece ricordano i danni e disastri causati dal’essere umano; c’e l’uomo forbice che uccide il serpente, ossia il male e c’è una donna con in braccio un bambino, omaggio alla maternità e l’uomo il cui braccio entra nel proprio corpo quasi a formare il segno 8, simbolo dell’infinito.
Infine, c’è un omino giallo che cammina in basso, l’uomo comune, il passante o forse lo stesso Haring che terminata l’opera esce dalla scena. L’interpretazione si presta alla duplice lettura. La firma a lato, al contrario delle altre sue produzioni, è soltanto una sigla, KH89.
Al contrario dei murales che deperiscono per loro natura, Tuttomondo è stato fatto per durare. Infatti, un vetro lo protegge dagli eventuali vandalismi.
Con il suo stile pittorico Haring era intenzionato di “voler incorporare l’arte in ogni parte della vita. Togliendola dal piedistallo la sto restituendo alla gente”.
Prima di morire l’artista creò la Fondazione a suo nome, che attraverso la conservazione e la circolazione delle sue opere e dei suoi archivi, supporta i bambini bisognosi e i malati di AIDS.
La mostra a Palazzo Blu, curata da Kaoru Yanase, ripercorre la biografia di Keith Haring, dal quale prende il nome. Dedicando al murale una particolare attenzione e attraverso le serie complete di stampe, i quadri e le sculture, ci racconta la vita dell’artista fino ai suoi ultimi giorni, dimostrando come, malgrado il passare del tempo, il suo messaggio è più attuale e vivo che mai, esattamente come il suo segno grafico e la vivacità dei suoi colori.
Dal 12 novembre al 17 aprile 2022, grazie alla Fondazione Pisa e Palazzo Blu, in collaborazione con la Nakamura Keith Haring Collection.
Immabini: Pisa, Tuttomondo, Keith Haring, 1989- photo by abbanews.eu; 2) Keith Haring