Tessuti in 3D. La moda stampata

Giacca uomo in 3D, senza cuciture
Le capacità della stampa in 3D non smettono di stupirci. Giunge dagli Usa la notizia che il marchio di moda maschile Ministry of Supply, ha realizzato e messo in vendita una giacca da uomo con l’uso della tecnica della stampa a 3D, che ha permesso la produzione di un capo privo di cuciture e con una pesantezza variabile per consentire alle diverse parti del corpo la giusta traspirazione.
Il costo del capo di 250 dollari, che pur rientrando nella fascia del cosiddetto lusso accessibile è comunque medio – alto, non ha scoraggiato i compratori che sono stati numerosi.
I titolari della Ministry of Supply nella presentazione del capo hanno illustrato i vantaggi per i fruitori di questo tipo di produzione, ai quali in futuro basterà entrare nella boutique e scegliere il modello desiderato; uno scanner prenderà loro le misure e, in un’ora e mezzo, potranno godere del loro capo scelto e realizzato su misura.
Un’ottima possibilità per superare i problemi determinati dal rigido sistema delle taglie e per risparmiare fino al 30% di scarto del tessuto.
Superati i limiti dei primi esperimenti

Dita-Von-Teese con l’abito-stampato in 3D. creato dal designer Francis Bitonti
La stampa in 3D (stampa tridimensionale) aveva già fatto irruzione nel mondo della moda, realizzando non solo abiti ma anche calzature, borse e gioielli.
Alcuni stilisti si erano impegnati anche in famose performance, come l’abito da sera per Dita von Teese disegnato dal designer Francis Bitonti.
Ma se nel campo della gioielleria i risultati sono perfetti, in quello dell’abbigliamento si dovevano superare i problemi causati dalla tecnica stessa, che permetteva soltanto l’uso di materiali gommosi o plastici, troppo rigidi per essere indossati. Ma quest’ultimo inconveniente sembra essere stato superato dalla nuova stampante 3D per vestiti e tessuti, prodotta dalla società americana Electroloom, che ha messo a punto il nuovo processo Field Guided Fabrication (FBF).
Un’operazione di “ricerca imprenditoriale” resa possibile, sia per la Ministry of Supply sia per l’Electroloom, al sistema del crowdfunding (presentazione di un’idea innovativa, tramite un’apposita piattaforma digitale per la richiesta di un finanziamento collettivo), sulla piattaforma Kickstarter.
Come funziona
Il FbF funziona grazie ad una procedura apparentemente molto semplice che prevede i seguenti passaggi: realizzazione dello stampo del modello scelto (file 3D); inserimento dello stampo all’interno della camera di stampa della stampante, dove viene inserita una soluzione liquida costituita dai materiali del tessuto desiderato che, attraverso un campo elettrico, dà luogo a una struttura di strati in nano-fibra. Gli strati, depositati l’uno sull’altro, formano il tessuto che prende la forma dello stampo ed è così pronto per essere stampato tridimensionalmente. Et voilà il nostro capo è pronto, senza cuciture e perfettamente indossabile.
La novità dell’Electroloom, oltre al processo FBF, risiede nella soluzione liquida, composta di poliestere e cotone compatibile con gli stampi, superando quindi i poco fruibili capi gommosi.

Scarpe realizzate in 3D
E al settore del tessile-abbigliamento cosa accadrà?
I vantaggi per i produttori sono evidenti, a parte il particolare del risparmio del tessuto come abbiamo già appreso, potranno fare a meno dell’intera filiera della produzione industriale del tessile – abbigliamento. Da cui se ne deduce che i clienti compreranno un capo di loro completa soddisfazione, a costi molto bassi.
Non osiamo pensare, invece, a quello che potrebbe accadere o accadrà al settore specifico in Italia, che vede occupati quasi 450.000 addetti e 50.000 aziende sul territorio. Il problema non è tanto per l’attività meramente sartoriale- come si legge da più parti – essendo un’attività da tempo poco richiesta, ma per un intero settore secondario che ha grande rilievo nell’economia nazionale e, che ancora oggi è, insieme al francese, un protagonista della moda nel mondo.