Stampa 3D. Le possibilità applicative nell’ortopedia pediatrica

Tra gli argomenti più importanti  che si affronteranno al prossimo Congresso SITOP prevale  la tecnologia della stampa in 3D con la costruzione di modelli anatomici perfettamente identici alla realtà. Questa metodica fornisce un supporto fondamentale al chirurgo ortopedico.

“Grazie alla scansione Tac con le acquisizioni tridimensionali e attraverso la collaborazione bio ingegneristica della stampante tridimensionale, il chirurgo arriva al tavolo operatorio con un programma operatorio correttivo già delineato nei minimi dettagli e sicuramente rispondente alle necessità del caso. Infatti, nel recente passato la ricognizione preoperatoria era affidate unicamente alle radiografie, che in buona sostanza sono come delle fotografie e, dunque, rappresentano l’osso unicamente in due delle dimensioni dello spazio” spiega Pasquale Guida, direttore del reparto di Ortopedia dell’ospedale Santobono di Napoli e presidente del prossimo Congresso della SITOP (Società Italiana di Traumatologia e Ortopedia Pediatricache) si svolgerà a Napoli  dal 30 settembre al 1 ottobre 2021 e contemporaneamente in diretta streaming.

“L’uso della tecnologia tridimensionale consente oggi una ricostruzione dell’aspetto reale dell’osso in altezza, larghezza e profondità. Il chirurgo potrà effettuare una pianificazione sia dei tagli chirurgici che degli strumenti di sintesi che utilizzerà sul sul piccolo paziente, scegliendo grazie al modellino quelli più appropriati ed effettivamente rispondenti alle misure del piccolo paziente nei tre piani dello spazio. Sarà un intervento chirurgico più rapido e soprattutto più preciso”.

L’ospedale Pediatrico Santobono è stato il primo Centro a pubblicare un lavoro scientifico sull’inglese Journal Pediatric Orthopedic in merito all’uso di questa tecnologia nei bambini. “Dopo avere ottenuto l’autorizzazione dal Comitato etico, grazie alla collaborazione con il CNR – prosegue Guida- siamo partiti con l’allestimento all’interno del nostro Ospedale di un laboratorio con stampanti tridimensionali, scanner e con un’attiva collaborazione con ingegneri biomedici. La prima esperienza ha visto la realizzazione di un tutore in materiale plastico bivalva in alternativa all’apparecchio gessato per fratture di radio su di una popolazione di circa 40 bambini”.

I risultati sono stati incoraggianti: “Il ricorso alla stampante 3D per creare ortesi e modellini delle ossa da trattare risulta utile nella vasta gamma delle patologie congenite e acquisite- fa sapere Guida- come in quelle tumorali, anche questo sarà un tema del congresso, per le quali, fino a qualche tempo fa, era previsto il sacrificio dell’arto (con l’amputazione o la disarticolazione), mentre oggi si tende a salvare l’arto pur rimanendo ampia la resezione della massa tumorale maligna.

Al proposito si ricorda che i dati dell’Associazione italiana registri tumori (AIRTUM) sottolineano che gli osteosarcomi sono il 2% di tutti i tumori osservati tra 0 e 19 anni. In età pediatrica (0-14 anni) la malattia ha un’incidenza simile tra maschi e femmine- ricorda l’esperto- mentre nell’adolescenza, ovvero tra i 15 e i 19 anni, è più frequente nei maschi (10,4 casi per milione ogni anno) che nelle femmine (1,7 casi per milione ogni anno). Questi modellini consentono di stabilire il taglio delle protesi, utilizzate soprattutto nel caso dell’osteosarcoma, che è il tumore osseo maligno più diffuso e che prevede la chemioterapia in fase pre-operatoria. Anche per questa patologia specifica- tiene a ricordare il presidente SITOP- il Santobono, in collaborazione con il professore Flavio Fazioli dell’IRCCS del Istituto Oncologico del Pascale e con il polo oncoematologico del Pausilipon, è riuscito a creare un centro nel quale vengono trattati con la tecnica del salvataggio dell’arto osteosarcomi e sarcomi di Ewing.

“Grazie alla stampa 3D, possiamo stabilire con precisione la quantità di osso da resecare e la tipologia di tagli, per poi impiantare l’osso proveniente da banca con trapianto biologico oppure – conclude Guida – dopo esserci confrontati con il laboratorio di biomeccanica, una protesi totalmente artificiale che, oltre a tutto il resto, ha un enorme beneficio economico”.

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