Internet delle cose. Il futuro è tra noi
L’internet delle cose è un sistema innovativo che intende consentire ad alcuni prodotti di essere connessi alla rete. Pensiamo ai sensori per il fitness, ai climatizzatori, ad alcuni elettrodomestici. Ma immaginiamo anche che creme, bevande e altri prodotti possano diventare d’improvviso interattivi, siano cioè attrezzati con un software per uno scambio costante di messaggi.
Questa loro comunicatività strutturale permetterebbe, oltre ad un ovvio progresso tecnologico, una fruibilità di notizie su larga scala che offrirebbe, ad esempio, alle aziende, l’opportunità di appurare il loro effetto sui consumatori. Dunque, un dialogo costante fra produttore e utilizzatore.
La tecnologia avanza inesorabile e tutto ciò che fino a poco tempo fa sembrava impossibile, finisce per entrare nelle nostre case e cambiare completamente abitudini e costumi! In effetti è possibile collegare in rete qualsiasi oggetto, perfino animali e piante e perché no addirittura persone; è sufficiente un indirizzo IP.
Un po’ di dati
Sembra che ad oggi l’oggettistica interattiva sia pari a 5 miliardi, un numero destinato ad essere incrementato. Si prevede che entro il 2020 saranno oltre i 25.000. Siamo oltre l’avanguardia tecnico scientifica.
Eppure, qualche anno fa, chi avrebbe mai immaginato la molteplice impiegabilità del telefonino? Fino a ieri sembrava impossibile credere che in un cellulare si potessero celare infinite opportunità. Così, l’ampliamento delle funzioni dello smartphone ha finito per influenzare ogni aspetto della nostra quotidianità. Inevitabile non notare in metro, in autobus, in treno e per le strade persone intente ad inviare mail, sms, e a sentire musica, guardare video, leggere il giornale. Tutto con e grazie al telefono.
Chissà se Marconi avrebbe pre-visto tutte queste funzioni connesse al suo telefono? Cambia l’aspetto, muta il design degli oggetti e subisce una notevole trasformazione anche l’aspetto pratico del nostro essere sociali, o asociali. Parimenti, si trasforma la modalità stessa di pensare e ripensare gli oggetti. In effetti, è come se ci trovassimo di fronte ad un’arbitrarietà delle cose che sono utilizzabili su più fronti e con diverse finalità.
Tutto questo capovolgimento può davvero semplificarci la vita?
Sembrerebbe proprio di sì; pensiamo a talune difficoltà apparentemente effimere: trovare parcheggio, tipica angoscia che attanaglia chi abita nelle grandi città. I sensori che segnalano la presenza di un’autovettura potranno inviare l’informazione sulla app del nostro inseparabile telefonino e il gioco sarà fatto.
Niente giri e rigiri intorno ai palazzi, niente spreco di carburante, niente perdita di pazienza. Nessun litigio per l’ambita conquista! Che meraviglia se questa possibilità, per ora solo un progetto in prova a Los Angeles e Indianapolis dal nome Streetline, divenisse uno strumento utilizzabile da buona parte della popolazione degli automobilisti!!!Immaginiamo ancora se l’illuminazione pubblica fosse saggiamente coordinata dalla rete , si potrebbe comprimere la dispersione di fonti energetiche. Se ne potrebbero fare ancora di esempi lampanti.
Non è tutto oro quello che luccica
Un sensore fitness, effettivamente in uso già oggi, quantificando le nostre prestazioni e rendendole pubbliche, potrebbe restituirci come feed back l’offerta inaspettata di un integratore che in realtà non vogliamo e che non è detto che faccia bene alla nostra salute! Le nostre abitudini diventerebbero pubbliche e pubblicizzabili. In fondo, il conoscere bisogni e abitudini è il punto di partenza di una buona campagna pubblicitaria.
Questi sensori posti sugli elettrodomestici, sui climatizzatori renderanno sempre più comunicabile la nostra vita all’interno delle mura domestiche. Ebbene, con-vivere con una rete invasiva di informazioni che intralcia di continuo i nostri spazi, potrebbe minare la privacy. Che fine farebbe la sfera del privato?
Certamente, è auspicabile che la regolamentazione giuridica vada di pari passo con lo sviluppo tecnologico. Il sistema normativo dovrà essere pronto ad accogliere tutte queste novità che andranno ad inficiare abitudini, costumi, quindi l’intera società. Infine, tutta questa meccanizzazione, nonché regolamentazione dello spazio e del tempo non lascerà spazio, appunto, né all’imprevisto e né tanto meno alle sorprese.
Chissà se dal cambiamento di taluni paradigmi esistenziali, ne scaturirà una sorta di spaesamento dell’essere umano. Ai posteri l’ardua sentenza, per ora ci basta riflettere su come la società sia un focolaio di saperi: tecnologico, scientifico, giuridico, economico e …filosofico.
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