Grycle in casa e le barriere nei fiumi. Così ci salviamo dai rifiuti
La salute dell’ambiente, è ben noto, passa anche attraverso la differenziazione dei rifiuti, con il fine di essere correttamente smaltiti per essere trasformati in materie prime seconde e, dunque, riutilizzati. Parliamo del principio fondamentale dell’economia circolare in cui la differenziazione del rifiuto per tipologia evita le grandi discariche e il riciclo diminuisce lo spreco delle risorse. I processi di recupero e di riciclo, se correttamente praticati, favoriscono lo sviluppo della sostenibilità urbana e ambientale.
Ma per quanto ogni cittadino pratichi scrupolosamente la raccolta differenziata, così come scrupolosamente vengono condotte le operazioni di recupero e riciclo, i risultati ottenuti sono sempre modesti per la complessità dei processi da attuare dovuti alla composizione dei rifiuti. Una bottiglia di plastica ad esempio è composta di vari tipi di polimeri, dunque, affinché sia smaltita efficacemente e ogni sua parte recuperata non è sufficiente gettarla nell’apposito contenitore.
Grycle. L’economia circolare fatta in casa
Per questo ci ha colpito l’invenzione della start up Grycle, il nome della macchina dotata di un modulo d’intelligenza artificiale che grazie ai suoi sensori riconosce i materiali dei rifiuti indifferenziati, li separa, li tritura in granuli, rendendoli automaticamente materie prime seconde pronte per essere reimpiegate per una nuova produzione industriale. L’intelligenza artificiale permette alla macchina di imparare progressivamente i nuovi materiali, quindi auto-apprende e tritura anche i rifiuti composti separandone le materie.
Si tratta di un elettrodomestico, com’è definito dagli stessi costruttori, alimentato dal fotovoltaico, quindi a basso consumo energetico e di costo iniziale accessibile (circa 2 mila euro), ottimo per i condomini ma usufruibile anche nelle industrie, così come descritto dal prototipo.
Nata nel 2017 la start-up Grycle è stata fondata da Edoardo Carlucci e Daniele Pes, ingegneri, rispettivamente gestionale e informatico. Tre anni di studio e prove con il team – costituito, inoltre, dal ingegnere elettronico, Antonio Laterza, dal fisico, Tiziano Vicentini e dall’economista Stefania Iacono Pezzillo – hanno portato alla registrazione del brevetto e alla presentazione del prototipo al CES 2020, la fiera globale dell’innovazione tecnologica.
Attualmente è stata avviata una campagna di equity crowdfunding con l’obiettivo di arrivare entro il 2021 all’industrializzazione di Grycle. Chi vuole partecipare allo sviluppo industriale del progetto, può contribuire con un finanziamento in cambio di una quota societaria dell’impresa.
Le barriere antirifiuti nei fiumi per salvare il mare
L’80% per cento dei rifiuti che finiscono in mare, soprattutto quellli di plastica, provengono dai fiumi e dagli scarichi urbani e il restante 20% dalle attività di pesca e di navigazione.
Per intercettare i rifiuti galleggianti presenti nei corsi d’acqua, una soluzione sono le barriere in polietilene che poste a 2 metri di profondità nelle foci dei fiumi. Grazie a un sistema basato sulla galleggiabilità dei materiali si riesce a selezionare e a trattenere quelli di origine antropica e a lasciare nel corso d’acqua i detriti naturali. Una volta catturati i rifiuti sono convogliati in un’area di stoccaggio a ridosso della sponda del fiume, dove vengono raccolti, stoccati e trasportati in un impianto per la selezione.
Già sperimentato per il fiume Po, la Regione Lazio nel 2019 ha avviato il progetto della barriera antirifiuti a livello sperimentale, ponendone alla foce del Tevere (Fiumicino) . Si è così impedito a 2300 chili di materiali -soprattutto plastic di raggiungere la costa. Visto il successo ottenuto, il progetto prosegue con un maggiore investimento di risorse (215 mila euro, 40 mila euro è stato il costo della fase sperimentale) e raddoppiando i siti d’installazione, nel fiume Aniene, all’interno della Riserva Naturale.
“Le barriere – avvisano dalla Regione Lazio – resteranno un anno senza influire in alcun modo con la flora e la fauna”.
“Lunga 30 metri è costituita da 5 tubigalleggianti e agganciati con dei giunti ma pronti a sganciarsi nel momento in cui ci sono delle difficoltà, ad esempio una piena. Blocca fino a 400 kg di rifiuti” chiosa Cristiana Avenali, responsabile dell’Ufficio competente della Regione.