Cina. Lo smart working debutta in miniera

Presto non sarà più necessario per i minatori recarsi in miniera. In Cina, spinti dalla necessità di combattere il contagio del nuovo coronavirus e grazie alla tecnologia 5G è stato introdotto lo smart working anche per questa categoria di lavoratori, sempre esposti ai pericoli della loro attività.

Diventa realtà il lavoro congiunto tra la 13° China (Henan) International Investment & Trade Fair la Yuexin Zhineng,  la China Molybdenum (attiva nell’estrazione e nella produzione di trattamenti con il molibdeno) e Huawei Technologies, con l’uso delle prime macchine per l’estrazione senza pilota e attivate da remoto, sviluppate da Yuexin Zhineng, produttore di macchinari, nel 2017.

Dopo anni di prove e verifiche si è giunti alla fase operativa presso alcune aree dell’azienda estrattiva di China Molybdenum nel giacimento minerario di Nannihu (Henan, Cina Centrale), con scavatrici e camion governati a distanza attraverso pannelli di controllo che reiterano i comandi originali in tempo reale, grazie alla tecnologia 5G che abbassa il ritardo tra il comando del minatore e la risposta delle macchine.

Addomesticare il gap temporale (meglio detto, la latenza delle comunicazioni) grazie alla grande velocità della tecnologia 5G, significa poter controllare la correttezza dei movimenti e intervenire prontamente qualora occorressero contrattempi.

Per ora le attività previste da remoto sono: la perforazione, la spalatura, il carico e il trasporto, riducendo i rischi d’incidenti per i lavoratori.
Ma nel futuro, secondo Huawei Technologies, l’intero ciclo dell’estrazione mineraria potrà essere eseguito da remoto.

 

Immagini: Henan (Cina centrale), smart working presso la miniera di Sandaozhuang – photo by News.Cn

 

 

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