Safer Internet Day. Abrogare la Sezione 230
“Lei e gli altri qui presenti avete le mani sporche di sangue” si sono sentiti dire Mark Zuckerberg e gli altri amministratori delegati della grandi aziende tecnologiche, chiamati in udienza dalla Commissione Giustizia del Senato degli Stati Uniti, perché accusati dei danni procurati dai loro prodotti ai bambini e agli adolescenti,
Drammatica udienza quella del 31 gennaio 2024 con Meta, Snapchat, Tik-Tok, X e Discord, attaccate senza mezzi termini dai politici con l’accusa rivolta ai prodotti delle loro piattaforme di portare gli adolescenti alla depressione, addirittura al suicidio (ne abbiamo scritto nell’articolo Per New York i social media sono un pericolo per la salute pubblica).
“Queste aziende vanno domate. Stanno distruggendo vite umane e minacciando la democrazia. E il peggio deve ancora arrivare” hanno sostenuto i senatori.
Zuckerberg – il più accusato – per scusarsi si è rivolto direttamente alle famiglie presenti, genitori con le fotografie dei loro figli morti o traumatizzati dai social in mano. “Mi dispiace per tutto quello che avete passato – ha detto il fondatore di Facebook -. Nessuno dovrebbe affrontare le cose che hanno sofferto le vostre famiglie ed è per questo che investiamo così tanto e continueremo a fare sforzi a livello di settore per assicurarci che nessuno debba affrontare le cose che hanno dovuto soffrire le vostre famiglie”.
Scuse false. Pedine per fare soldi
Scuse considerate dai esperti della sicurezza in rete “ben inferiori” – riporta la CNN – rispetto ai rischi irrisolti soprattutto da Meta. I senatori hanno citato documenti interni al gruppo che dimostrerebbero come Zuckerberg non abbia rafforzato le squadre incaricate di individuare i pericoli per gli adolescenti online.
E false sono state giudicare le scuse anche dai genitori delle vittime. La madre di un giovanissimo, morto per overdose accidentale di fentanyl, dopo aver ordinato una pillola su Snapchat. Bridgette Norring, questo il nome della donna, che alla fine dell’udienza ha dichiarato alla CNN che è stato “molto frustante sedersi e ascoltarli. I nostri figli sono solo vittime, pedine di questo gioco per fare soldi”.
Il senatore repubblicano della Louisiana John Kennedy ha affermato che le piattaforme Meta sono diventate un “campo di sterminio dell’informazione” in cui gli utenti “vedono solo un lato di un problema”.
“Avete convinto oltre 2 miliardi di persone a rinunciare a tutte le loro informazioni personali per ottenere in cambio la possibilità di vedere cosa avevano mangiato sabato sera i loro compagni di scuola superiore […]. Il vostro contratto con l’utente fa ancora schifo?” domanda retorica dopo la quale ha chiesto a Facebook di chiarire ai suoi utenti come i loro dati vengono monetizzati dalla piattaforma.
La senatrice democratica Amy Klobuchar, ha ricordato gli ormai 28 anni dalla nascita di Internet e “ancora non abbiamo approvato nessuno dei progetti di legge” sulla sua regolarizzazione: “È di ora di approvarli, davvero”.
Abrogare la legge federale Sezione 230
Ma vari legislatori vorrebbero citare gli amministratori delegati in giudizio come responsabili dei contenuti delle loro piattaforme; l’unica via per cambiare, affermano, è denunciarli in quanto responsabili dei danni. Il resto, direbbe il poeta, è silenzio. Le scuole pubbliche di Seattle lo hanno già fatto.
Ma le legge federale Sezione 230 – che ha gli stessi anni di Internet – dice che le piattaforme dei social media non sono responsabili per i contenuti che gli utenti pubblicano sulle loro piattaforme.
Una legge molto criticata nel corso degli anni, sia da parte dei democratici sia dei repubblicani, ma sempre considerata dalle aziende tecnologiche e dai gruppi per i diritti digitali (riprendiamo ancora da CNN) vitale per il funzionamento di Internet.
Ma il 31 gennaio in Aula è stata chiesta la sua abrogazione. Per il senatore repubblicano Lindsey Graham “è giunto il momento” che si possa fare causa in nome delle persone cara danneggiate. “Nulla cambierà finché la porta del tribunale non sarà aperta alle vittime e ai social media”.
Un ricco anniversario amaro
Amaro il ventesimo compleanno di Facebook, la piattaforma di social media lanciata il 4 febbraio 2004, dall’allora diciannovenne Mark Zuckerberg con altri 4 compagni di studi con il nome TheFaceBook, per gli studenti di Harvard e che oggi conta, nonostante le accuse, un numero di utenti attivi che sfiora i 3 miliardi.
Più importante la data del 6 febbraio 2024, giorno del Safer Internet Day, la Giornata internazionale della sicurezza su Internet, una celebrazione che, come dimostra la rara compattezza bipartisan dei Senatori, non si consumerà nell’arco delle sue 24 ore.
Immagine: Stati Uniti, 31 gennaio 2024, audizione in Commissione Giustizia del Senato per gli amministratori delegati delle piattaforme digitali Meta, Snapchat, Tik-Tok, X e Discord