RUTF. L’alimento terapeutico per salvare la vita ai più vulnerabili
Secondo i dati Unicef 1 milione di bambini muore ogni anno per deperimento grave (vale a dire malnutrizione acuta grave: un bambino ogni 5 ha meno di 5 anni di età. Accade, soprattutto, in Asia del Sud, nel Sahel e nel Corno d’Africa.
Eppure la famosa organizzazione medico – umanitaria, Medici senza frontiere (MSF), sostiene che la malnutrizione acuta grave infantile è “prevedibile e curabile” con l’uso del RUTF (Ready to Use Therapeutic Food), un alimento terapeutico sviluppato nel lontano 1961 dagli scienziati francesi André Briend e Michel Lescanne: si tratta di una pasta energetica a base di arachidi, olio vegetale, latte in polvere, zucchero, vitamine ed elementi minerali, con alto valore nutrizionale, pronta all’suo senza diluzione o preparazione preventiva. È il Plumpy Nut, attualmente disponibile sul mercato, in pacchetti monodose, resistente ai batteri, dura a lungo, si conserva anche nei climi caldi ed è facilmente trasportabile. Il trattamento con i RUTF hanno “radicalmente cambiato l’approccio al deperimento grave nei bambini, possibile da trattare – se i minori non presentano complicazioni mediche – senza ospedalizzarli.
Gli errori dei donatori
Nonostante in questi decenni si siano accumulate le prove sulla loro efficacia come trattamento essenziale e salvavita e sul mercato siano apparsi una nuova generazione di RUTF pensati per i bambini più piccoli, i donatori e le agenzie della Nazioni Unite “continuano a rispondere alle emergenze nutrizionali limitandosi a inviare centinaia di migliaia di tonnellate di farine miste e di razioni alimentari supplementari, anche se questa strategia si è dimostrata inefficace per salvare la vita ai più vulnerabili: i bambini al di sotto dei tre anni e appena il 3% dei bambini gravemente deperiti sono trattati con i RUTF” denuncia MSF nel dossier pubblicato a giugno 2022.
Il nuovo scenario della crisi alimentare
Nel frattempo Maurizio Martina, vicepresidente FAO (Agenzia ONU per l’alimentazione e l’ agricoltura), ha lanciato l’allarme sull’aumento della fame nel mondo per via della guerra in Ucraina: alle cause già note come i conflitti armati, le instabilità politiche, l’impatto del Covid-19 e i cambiamenti climatici (la siccità e catastrofi naturali che rendono difficili i raccolti e quindi la disponibilità e all’accesso al cibo e all’acqua potabile ) si vanno a sommare i carici di grano prodotti dalla Russia e dall’Ucraina – i maggiori esportatori del mondo – bloccati a Odessa e negli altri porti minori locali.
Secondo Martina ai quasi 200 milioni di persone di 53 Paesi che nel 2021 “erano già entrate in una situazione quotidiana di fame acuta con un balzo di 40 milioni in 12 mesi” per via dell’aumento delle materie prima e dei costi energetici il conflitto europeo ne aggiungerà, si stima, “altre 18 milioni. Ma molto dipenderà anche dall’evoluzione del conflitto” posto che “almeno 36 dei 55 Paesi con crisi alimentari dipendono dall’Ucraina e dalla Russia per oltre 10% delle loro importazioni totali di grano”.
Ecco come si potrebbe fare
A fronte dello scenario descritto da Martina, dunque ci sarebbero “ottime ragioni per estendere l’uso degli alimenti a pronto uso” per tutti i bambini che insorgano forme di deperimento più grave “potenzialmente mortali”. La malnutrizione acuta grave non è soltanto una conseguenza della scarsità di cibo ma è una patologia determinata dalla mancanza di sostanze nutrienti essenziali che si risolve con gli aiuti alimentari. Un bambino malnutrito che sopravvive smette di crescere e potrebbe sviluppare ritardi nello sviluppo mentale e una maggiore vulnerabilità alle malattie croniche.
Ecco allora quale potrebbero essere le misure da adottare per centrare l’obiettivo:
- I ministri della salute e tutte le Organizzazioni che li sostengono devono affrontare i nodi critici che impediscono al 97% dei bambini colpiti da malnutrizione acuta di ricevere l’adeguato trattamento salvavita;
- I donatori istituzionali devono rivedere la qualità degli aiuti alimentari diretti ai bambini malnutriti di età inferiore a tre anni e reindirizzare gli sforzi non limitandosi a distribuire i tradizionali mix di alimenti e di farine arricchite ma includendo l’invio degli alimenti terapeutici ad hoc dall’alto valore nutritivo (RUTF) che hanno dimostrato di essere facili da usare ed estremamente efficaci;
- L’UNICEF e il World Food Programme devono sviluppare un piano che assicuri la pronta disponibilità dei RUTF per tutti i bambini a rischio. Questo implicherà sia un adeguato finanziamento sia la capacità di trovare soluzioni che garantiscano una produzione sufficiente di questi prodotti.
- L’Organizzazione Mondiale della Sanità deve sostenere i Paesi dove la malnutrizione infantile è più diffusa anche elaborando raccomandazioni per il trattamento efficace della malattia quando è in uno stadio non ancora grave e deve promuovere gli approcci più promettenti.
- I ricercatori, i produttori e coloro che utilizzano i RUTF devono lavorare insieme per sviluppare nuovi prodotti ad hoc per il trattamento precoce della malnutrizione nei bambini ma anche per studiarne il possibile utilizzo nell’alimentazione delle donne incinte per prevenire il basso peso alla nascita dei neonati che li rende più vulnerabili.