UE e diritti umani. Condizione primaria per ogni tipo di rapporto tra stati
“Le autorità egiziane hanno costantemente ostacolato i progressi nelle indagini e nella ricerca della verità sul rapimento, la tortura e l’uccisione di Giulio Regeni”.
Così si legge nella risoluzione congiunta dei rappresentati di vari schieramenti politici (Socialisti e Democratici, Liberali, Verdi e Non Iscritti) hanno presentato il 17 dicembre 2020 al Parlamento Europeo riunito in seduta plenaria.
I deputati hanno chiesto all’Unione di sollecitare le autorità egiziane a collaborare e a fornire gli indirizzi di residenza dei 4 agenti di sicurezza della Stato egiziano ritenuti dalla Procura di Roma con “prove inequivocabili” in suo possesso “coinvolti” nella morte del ricercatore italiano. Con la stessa raccomandazione è stato chiesto all’Egitto “l’immediata e incondizionata” scarcerazione dell’egiziano Patrick Zaki, studente presso l’Università di Bologna nell’ambito del programma europeo Erasmus Mundus.
La risoluzione, come già quelle degli anni precedenti denunciano e condannano il deterioramento dei diritti umani in Egitto.
Il 18 dicembre, approvando la risoluzione con 434 sì, 49 contrari e 202 astenuti, il Parlamento ha chiesto all’Egitto un’indagine indipendente e trasparente su tutte le violazioni dei diritti umani in Egitto, la trasmissione alla Procura di Roma degli indirizzi di residenza dei 4 agenti, come richiesto dalla Procura di Roma, e la scarcerazione immediata di Patrick Zaki.
Il regime globale di sanzioni
Dieci giorni esatti prima della risoluzione, il 7 dicembre, il Consiglio d’Europa (formato dai Governi degli Stati membri) ha deciso per l’adozione di un regolamento che istituisce “un regime globale di sanzione in materia dei diritti umani”, che consente all’Unione, per la prima volta, di prendere misure restrittive “nei confronti di persone, entità e organismi – compresi soggetti statali e non statali – responsabili di gravi violazione e abusi dei diritti umani in tutto il mondo, indipendentemente dal luogo in cui avvengono, o coinvolti in tali atti o dei loro associati” si legge sul sito ufficiale consilium.europa.eu.
Ma cosa è e cosa serva il regime globale di sanzioni dal lungo acronimo EUGHRSR?
A rispondere dettagliatamente a queste e altre domande in merito al nuovo regolamento è Giuliano Pisapia, avvocato, ex sindaco di Milano e attualmente europarlamentare, sul proprio blog, dal quale riprendiamo e riportiamo, di seguito, il testo.
Che cosa è e a cosa serve il regime globale di sanzioni dell’UE in materia di diritti umani?
I Trattatati fondativi dell’Unione, la legge suprema che governa ogni azione a livello comunitario, impone che la politica estera comune sia vincolata al rispetto e alla promozione attiva della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e dei diritti umani.
Di fronte all’aumento costante delle violazioni dei diritti umani e delle svolte autoritarie dei regimi di tutto il mondo, l’Unione dispone di pochi strumenti: la pressione diplomatica e la politica commerciale, con le relative sanzioni. Era quindi ora, che l’Ue si dotasse di un meccanismo più puntuale e preciso che potesse reagire a casi specifici.
Il nuovo regime globale di sanzioni in materia di diritti umani permetterà all’Unione Europea di sanzionare persone, entità e organismi — compresi gli attori statali e non— responsabili o coinvolti in gravi violazioni e abusi dei diritti umani in tutto il mondo, indipendentemente dal paese in cui hanno avuto luogo. In altre parole, si tratta di uno strumento molto diverso dalle sanzioni commerciali e che permetterà all’Ue di applicare sanzioni circoscritte ai diretti responsabili di violazioni dei diritti umani, evitando il rischio di colpire, anche indirettamente, la popolazione civile.
Per quali violazioni può essere attivato il regime di sanzioni?
L’EUGHRSR si applicherà nei casi di genocidio, crimini contro l’umanità, tortura e trattamenti o applicazione di pene inumane o degradanti, quali schiavitù, esecuzioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie, sparizioni forzate di persone, arresti o detenzioni arbitrari.
Il meccanismo sarà efficace anche per contrastare tutte le condotte indicate nell’ articolo 21 del Trattato dell’Unione europea il quale vincola la sua azione esterna al contrasto della tratta di esseri umani, degli abusi dei diritti umani da parte dei trafficanti di migranti, della violenza sessuale e di genere, di violazioni o abusi della libertà di riunione pacifica e di associazione, si violazioni o abusi della libertà di opinione e di espressione, di violazioni o abusi della libertà di religione o di credo.
Quali sono le novità rispetto agli strumenti esistenti?
L’Unione Europea già dispone di una serie di strumenti per contrastare le violazioni e gli abusi dei diritti umani, fra cui le sanzioni. Ad oggi, vi sono oltre 200 persone ed entità responsabili di violazioni o abusi dei diritti umani sottoposte a sanzioni europee.
Il nuovo EUGHRSR consentirà però all’UE di sanzionare gravi violazioni e abusi dei diritti umani in tutto il mondo, indipendentemente dal luogo in cui si verificano. Le violazioni possono infatti avvenire nello Stato di chi commette tali violazioni, in altri Stati o a livello transfrontaliero.
L’EUGHRSR si affiancherà perciò agli altri strumenti a disposizione dell’UE, tra cui il dialogo politico, gli accordi economici, gli aiuti finanziari e i partenariati multilaterali.
In che cosa consistono le misure restrittive?
Le misure restrittive previste dal nuovo meccanismo sanzionatorio prevedono il divieto di viaggio applicabile alle persone e il congelamento dei capitali sia per le persone fisiche che per quelle giuridiche. Le sanzioni prevedono per le aziende europee il divieto di fornire fondi, servizi e merci alle entità straniere inserite nella lista delle personalità soggette a sanzioni.
Le sanzioni potranno avere conseguenze negative sulla popolazione civile?
No, le nuove sanzioni hanno lo scopo esplicito di non colpire la popolazione civile limitando i loro effetti ai soggetti direttamente implicati in gravi violazioni dei diritti umani.
Inoltre il nuovo strumento prevede una deroga umanitaria che permetterà agli Stati membri di sbloccare eventuali fondi congelati e di mettere a disposizione risorse economiche per finalità umanitarie. Rientreranno in questa categoria le forniture mediche, la relativa assistenza umanitaria e le derrate alimentari.
Chi potrà attivare le sanzioni?
Il nuovo regolamento prevede che spetterà al Consiglio europeo, il quale rappresenta gli stati membri, decidere le sanzioni su proposta di uno Stato membro o dell’alto rappresentante dell’UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza.
Quali sono i punti deboli del regime di sanzioni?
Nonostante la posizione del Parlamento europeo, favorevole a una maggioranza qualificata, il Consiglio ha deciso che il nuovo regime sanzionatorio possa essere attivato solo con un voto unanime delle cancellerie europee: il che di certo indebolirà l’efficacia del nuovo strumento sanzionatorio e, conseguentemente, la tutela dei diritti umani. (fonte: giulianopisapia.eu)