Verità per Giulio Regeni – Stop alla Cooperazione Militare con l’Egitto
Su iniziativa del parlamentare Giulio Marcon, unito agli scrittori Roberto Saviano e Stefano Benni e agli artisti Alice Rohrwacher, Valerio Mastandrea e al regista Andrea Segre è stato redatto e lanciato l’appello “Verità per Giulio Regeni – Stop alla Cooperazione Militare con l’Egitto”, rivolto al governo italiano. Il documento chiede l’interruzione dell’accordo siglato dall’Italia e l’Egitto nel dicembre 2014, che impegna l’Italia in operazioni di addestramento delle forze militari egiziane e di rifornimento, alle stesse, delle armi.
Si legge nell’appello: “Dopo le ripetute violazioni dei diritti umani e l’assassinio di Giulio Regeni, con il regime di Al Sisi non ci può essere alcuna cooperazione militare. Non possiamo aiutare militarmente un regime che viola i diritti umani e che si oppone alla ricerca della verità sulla morte di Giulio Regeni. Per questo chiediamo al governo italiano di revocare la dichiarazione congiunta del novembre del 2014 in materia di cooperazione militare e di interrompere ogni assistenza militare e qualsiasi fornitura di armi al regime di Al Sisi”.
La fornitura delle armi viene confermata dall’OPAL (Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e le Politiche di Sicurezza e Difesa – Brescia) che il 5 aprile 2016 ha presentato i dati Istat ed Eurostat sulle esportazioni italiane delle armi, negli anni 14 e 15 . I dati ci riferiscono dell’invio all’Egitto “di più di 30mila pistole prodotte nella provincia di Brescia nel corso del 2014 e di 3.661 fucili, in gran parte esportati da un’azienda della provincia di Urbino”, durante il 2015.
L’appello, “Verità per Giulio Regeni – Stop alla Cooperazione Militare con l’Egitto”, lanciata ai primi di maggio, ha raccolto in questi giorni più di 4000 firme, la maggior parte delle quali appartengono a cittadini comuni. E l’11 maggio 2016 è prevista la risposta del Ministro della Difesa, Roberta Pinotti, in Aula.
Va ricordato che nel frattempo la Francia, nella seconda metà di aprile, ha stretto con l’Egitto un accordo da 1,1 miliardi di dollari in armi. E il nostro Ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ha affermato che non saranno le perdite delle commesse, ha fermare l’Italia nella ricerca della Verità per Giulio
Ripresi contatti con le autorità egiziane
Nel frattempo è ripresa la collaborazione tra gli investigatori italiani con i colleghi egiziani, che si sono incontrati al Cairo l’8 maggio 2016. Nel corso delle autorità egiziane hanno consegnato al team italiano – formato da un funzionario di polizia dello Sco e un ufficiale dei carabinieri del Ros -, ulteriori tabulati telefonici, che si vanno a sommare a quelli trasmessi a Roma la settimana scorsa, in risposta alle due rogatorie internazionali richieste dalla Procura di Roma, l’8 febbraio e il 14 aprile 2016, e che gli investigatori italiani considerano di grande rilevanza. Inoltre i magistrati egiziani hanno consegnato alcuni verbali di testimonianze raccolte dalle autorità locali, di cui non si conoscerà la rilevanza fin tanto che non saranno tradotti dall’arabo all’italiano. Il Ministro degli esteri italiano, Paolo Gentiloni, pur giudicando positiva la ripresa dei contatti fra i due paesi, rimane in attesa della valutazione della Procura di Roma, sulla validità investigativa del materiale consegnato dagli egiziani.
Il “cuore” di Ahmed Abdallah per la mamma di Giulio
Al Cairo il 7 maggio 2016 il Tribunale di Riesame ha confermato la custodia cautelare per Ahmed Abdallah, il consulente egiziano degli avvocati della famiglia Regeni arrestato lo scorso 25 aprile, per ulteriori 15 giorni. La difesa del giovane attivista ha annunciato che presenterà appello. Ahmed Abdallah, nonostante sia accusato di attività sovversiva e partecipazione a manifestazione non autorizzata, non ha perso il suo coraggio. Infatti, come riporta La Repubblica.it,, entrando in aula ha mostrato un origami a forma di cuore con su scritto in arabo “Verità per Giulio Regeni”, dedicato alla mamma del ricercatore italiano, subito oggetto di fotografie. Gli uscieri del tribunale hanno requisito i cellulari dei presenti, per cancellare gli scatti, ma come testimonia la fotografia che pubblichiamo a lato, i loro tentativi sono stati vani.
Verità per Giulio – Stop alla Cooperazione Militare con l’Egitto