Radio Siani coltiva il pizzo sano

Produzione e confezionamento de Il Pizzino Vesuviano, il pizzo sano

I “piennuli”: grappoli di pomodori vesuviani, durante la maturazione
I beni confiscati alla mafia, danno buoni frutti. E non è un modo di dire. Grazie alla bonifica del terreno confiscato al camorrista Nicola Scognamiglio, è nata la produzione e il confezionamento del pomodorino che nasce alle pendici del Vesuvio, il “piennulo” dal gustoso sapore.
L’idea è stata concepita e realizzata da Radio Siani, web radio la cui sede risiede nell’ex abitazione del boss Giovanni Birra, oggi al 41 bis. Dicono da Radio Siani: “Questo progetto assume un significato ancora più profondo, un messaggio di rivincita e di cambiamento, perché anche lì, dove c’era del marcio può nascere qualcosa di ‘sano’ “. Non è un caso che a questa nuova attività agroalimentare sia stato dato il nome di “Il pizzino vesuviano“, l’unico “pizzo sano”.
La denominazione pizzo, nasce anche dalla forma dell’ortaggio; il pomodorino del piennolo vesuviano, ha una forma rotonda, con un piccolo pizzo all’estremità inferiore, mentre il termine del Piennolo, deriva dalla tradizionale forma di conservazione che prevede la formazione dei “piennuli”, ossia pendoli: grappoli tenuti insieme da un filo di canapa legato a cerchio, conservati sospesi in luoghi asciutti e ventilati.
In questo modo, l’ortaggio raccolto in piena estate (luglio e agosto), matura lentamente e ne permette l’uso culinario fino alla primavera seguente, stagione della coltivazione. Il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio è uno dei prodotti più antichi della tradizione agricola campana. Il suo tipico gusto dolce con retrogusto acidulo lo deve al terreno vulcano, dove cresce. È usato sia fresco, oppure come conserva in vetro.Ed è in quest’ultima forma che viene proposto “Il pizzino vesuviano”.
Radio Siani, non solo radio

Giancarlo Siani, giornalista napoletano, a 28 anni ucciso dalla camorra
Radio Siani è una web radio, che nasce a Ercolano (NA), terra che nonostante il suo grande pregio archeologico è stata teatro di tanti episodi criminali mafiosi. Prende il nome da Giancarlo Siani, coraggioso giornalista ucciso a soli 26 anni dalla mafia nel 1985, perché nonostante fosse un free-lance e privo di qualsivoglia protezione, aveva improntato la sua attività giornalistica su approfondite inchieste sulla camorra, indagando, in particolare, sull’assegnazione degli appalti pubblici per la ricostruzione dell’Irpinia, a seguito del terremoto che la colpì nel 1980.
La web radio ercolana, fin dalla sua origine si è data la missione di combattere la camorra, attraverso l’informazione, il recupero sociale e la diffusione della cultura della legalità.
Per questo, Radio Siani non si pone solo come un “microfono”, ma come si legge sul suo portale, la sua sede è “aperta a tutti” per assumere “la forma di catalizzatore sociale e culturale, centro di aggregazione e socializzazione giovanile, ente promotore di progetti e idee attinenti al percorso di legalità”.
L’attività radiofonica è, infatti, solo un’espressione di un progetto molto ampio che costituisce l’Associazione di promozione sociale “Zona Rossa”dedita alla raccolta d’idee e progetti “attinenti al percorso della legalità”, provvedendo alla loro realizzazione con le proprie competenze e risorse e, proponendosi, per chi lo necessità, anche come “collante fra le istituzioni e le associazioni”.
Da sempre l’Associazione Zona Rossa, conosciuta anche come Associazione Radio Siani, combatte l’illegalità a fianco dell’Associazione di “Libera” fondata da don Luigi Ciotti.