Piano genitoriale. Per il bene dei figli e della burocrazia
Il Tribunale di Verona ha approvato un piano genitoriale ossia un accordo sottoscritto da ex coniugi che stabilisce l’educazione dei figli senza conflittualità.
Scelte, decisioni e comportamenti preventivi che riguardano tutti gli aspetti della vita dei pargoli, riportati nero su bianco da cui attingere all’uopo per evitare eventuale “rabbia, sarcasmo o irriverenza” reciproca davanti al minore.
Il piano genitoriale, che potrebbe diventare una buona pratica a livello nazionale, è frutto di una coppia divorziata dal 2020. Quando trascorso un anno, davanti al ricorso del padre per rivedere accordi presi in sede divorzile e accorgendosi del rischio di rimanere impigliati nelle diatribe giudiziarie, con l’approvazione del giudice si sono rivolti a due psicologi i quali, assumendo il ruolo di “coordinatore genitoriale”, li hanno accompagnati nella stesura del contratto di 8 pagine, avvallato con decreto dal tribunale civile, che regola sia i rapporti con i figli sia tra di loro.
L’accordo è teso alla collaborazione, alla condivisione e al rispetto reciproco: il genitore non deve mai “squalificare l’altro, né controllare o interferire nella comunicazione tra lui e il figlio” è il punto che torna più volte nel testo: i bambini non devono ricevere “informazioni denigranti o alienanti o assistere a comportamenti negativi di un genitore nei confronti dell’altro” e ancora meno essere usati “come messaggeri” tra i genitori.
Il genitore deve sempre contattare l’altro in caso di emergenze; fornire “tutte le informazioni riguardanti la scuola, la salute e la sicurezza della prole. Allora decisioni concordi riguardo la scelta della scuola, della religione, degli sport. Oltre a garantire la presenza costanti di entrambi che “potranno andare agli eventi significativi per i figli: feste di compleanno coi compagni di scuola, saggi e manifestazioni sportive.
Disponibilità reciproca per il dialogo fra gli ex – coniugi, tanto che è stato previsto il “telefono dedicato e sempre operativo” per ricevere eventuali informazioni e per mantenere il contatto con i bambini che hanno comunque la precedenza.
“I figli – riporta il testo – possono telefonare o fare videochiamate a entrambi dalle 20 alle 21. I contatti telefonici non dovranno essere interrotti o controllati dall’altro genitore, che si impegna a tenere spenti televisore, tablet o altri dispositivi così da favorire la comunicazione”.
Tutto ciò che non è stato considerato nell’accordo e dovesse, qualora insorto, causare controversia, sarà regolato con la mediazione del coordinatore.
Previste, infine, sanzioni contro il genitore che non rispetterà il contratto, che vanno dall’ammonizione alle pene pecuniarie.
Negli Stati Uniti da quando è stato introdotto questo tipo di accordo, il numero dei conflitti nelle aule giudiziarie si è drasticamente diminuiti abbassato, ha detto Barbara Lanza, avvocato e responsabile regionale dell’Osservatorio nazionale sul diritto di famiglia, al Corriere della Sera. L’auspicio che possa accadere anche in Italia dove i tribunali sono il “teatro dove mettere in scena tutte le frustrazioni e i litigi tra divorziati, che arrivano a discutere davanti al giudice per banalità come la festa di compleanno o il taglio di capelli del figlio” ha concluso Lanza.
L’accordo del Tribunale di Verona, che rientra nei Sistemi ADR• oltre a mettere al centro l’interesse dei minori mira a ridurre i tempi e il carico della burocrazia.
- Nota. Sistemi ADR (acronimo dell’inglese Alternative Dispute Resolution) sono le procedure di risoluzione alternativa extragiudiziale delle controversie
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