Libero Ahmed Abdallah consulente del caso Regeni
Durante le prime ore di questa mattina, 11 settembre 2016, è stato rilasciato Ahmed Abdallah, consulente dei legali della famiglia Regeni e presidente dell’Ong “Commissione egiziana per i diritti e le libertà” (Ecfr). Lo confermano i colleghi della stessa associazione, aggiungendo che il rilascio è avvenuto dietro il pagamento della cauzione di 1.000 euro.
Il 3 settembre 2016 il Tribunale de Il Cairo, aveva ordinato il rilascio di Abdallah e di altri 4 attivisti, accettando la loro richiesta, ma contravvenendo alla decisione della Procura. Quest’ultima, quindi aveva impugnato la decisione del Tribunale, il quale accettandone il ricorso, il 5 settembre aveva ordinato un ulteriore prolungamento della pena di Ahmed Abdallah per altri 45 giorni. Oggi la svolta.
Ahmed Abdallah era stato arrestato il 25 aprile 2016. La sua detenzione preventiva, rinvio dopo rinvio è durata complessivamente 138 giorni. Libero Ahmed ma non prosciolto. Rimangono le accuse a suo carico e dei suoi 4 compagni, di attività sovversiva e partecipazione a manifestazione non autorizzata.
La manifestazione del 25 aprile era stata organizzata contro la decisione del presidente dell’Egitto al-Sisi (poi annullata da un tribunale amministrativo) di cedere all’Arabia Saudita la sovranità su 2 isole del Mar Rosso.
Un arresto estraneo, quindi, al caso del giovane ricercatore italiano. Ma il legame tra Ahmed Abdallah e la famiglia Regeni non è mai venuto meno. Ricordiamo quando lo stesso Abadallah, nel maggio scorso, durante una delle tante udienze che hanno confermato la custodia cautelare, nonostante la natura delle accuse che gli venivano mosse, mostrò un origami dedicato alla mamma di Giulio, recante la scritta in arabo “Verità per Giulio Regeni”. E Claudio e Paola Regeni non hanno fatto mai mancare il loro appoggio all’attivista egiziana, né persa occasione per perorare la sua causa.
La scarcerazione di Abdallah avviene a pochi giorni di distanza da quella dell’avvocato Malek Adly. Le associazioni internazionali per i diritti umani ora chiedono, però, che tutte le persone rilasciate siano prosciolti.