In Svezia non si rottama. Si ripara
Dalla Svezia ci giunge la notizia di una proposta di legge che, ci piacerebbe, ispirasse anche i legislatori italiani.
Il piccolo ma evoluto Paese del nord europeo guarda al passato per un futuro sostenibile e propone incentivi fiscali per chi deciderà di riparare gli oggetti rotti, anziché gettarli o rottamarli.
Una buona pratica del passato che, se rintrodotta e ben organizzata, oltre a ridurre le emissioni di gas serra da consumi, potrebbe dare impulso all’economia circolare, procurando un vantaggio tangibile per tutti.
La proposta di legge è stata presentata il 20 settembre 2016 è prevede nuove agevolazioni fiscali per il recupero di abiti, calzature, biciclette ed elettrodomestici.
Il provvedimento svedese parte da una riduzione dell’aliquota IVA, dal 25 al 12%, sulle riparazioni di biciclette vestiti e scarpe e considera la possibilità di chiedere un rimborso del costo della riparazione degli elettrodomestici quali, frigoriferi, forni, lavastoviglie e lavatrici, da scaricare dall’imposta sul reddito.
La proposta di legge rientra nel piano più ampio che la Svezia applica da molti anni, per ridurre le proprie emissioni di CO2. Obiettivo raggiunto solo in parte, perché se è riuscita, dagli anni 90 a oggi, ad abbattere il 23% delle emissioni di carbonio, quelle relative al consumo hanno continuato a crescere.
Per Bolund, ministro dei Mercati Finanziari e degli Affari del Consumatore, afferma che questa misura porterebbe a un notevole ribasso dei costi e, quindi, spingerebbe i consumatori già molto attenti a un’economia sostenibile, più verso le riparazioni che al nuovo acquisto.
La proposta fa parte della legge di bilancio del governo svedese per il 2017, che deve essere approvato entro dicembre 2016.
Se il ddl pro-riparazioni dovesse essere raccogliere i favori della maggioranza, diventerà legge già dal gennaio 2017.
Per approfondimento: Governo delle Svezia, Legge Bilancio 2017