Il Parlamento europeo approva la prima disciplina dell’Intelligenza Artificiale
L’Unione Europea è la prima istituzione a disciplinare l’intelligenza artificiale. Con 499 voti a favore, 28 contrari e 93 astenuti il Parlamento ha approvato il 14 giugno 2023 il disegno di legge AiAct, il testo delle nuove regole europee pensate affinché le nuove tecnologie come ChatGpt ad esempio non prevaricano sui valori fondamentali e i diritti fondamentali dell’essere umano. Per usufruire vantaggi e possibilità che offre senza subirne i risvolti negativi come la discriminazione digitale, la disinformazione e l’uso dei ‘deepfakes’(documento e/o immagine falsi).
La scala dei rischi
Quindi l’AiAct, mettendo al centro la persona, si sviluppa sulla prevenzione dai rischi, suddividendoli in 4° livelli, stabilendo obblighi per fornitori e operatori dei sistemi di AI rispetto il livello di rischio che possono procurare. Così, rispetto al testo iniziale, la maggioranza dei deputati ha voluto allungare l’elenco dei divieti.
Considerati a rischio di grado inaccettabile il riconoscimento facciale in tempo reale anche per evitare e prevenire i sistemi di IA per il punteggio sociale (accade in Cina, dove le persone sono classificate in base ai loro comportamenti sociali: se non ritenuti congrui si subiscono multe).
Vietati i sistemi di identificazione biometrica anche a posteriori in spazi accessibili al pubblico per contrastare la discriminazione: alcuni sistemi di categorizzazione biometrica si basano su caratteristiche sensibili come genere, razza, etnia, cittadinanza, religione, orientamento politico; i sistemi di polizia predittiva, basati su profilazione, ubicazione o comportamenti criminali passati); i sistemi di riconoscimento delle emozioni, utilizzati dalle forze dell’ordine nella gestione delle frontiere, nei luoghi di lavoro e nelle scuole: vietata come violazione dei diritti umani e del diritto alla privacy, l’estrazione non mirata di dati biometrici da Internet o da filmati di telecamere a circuito chiuso, per formare database del già citato riconoscimento facciale.
Considerati dal testo a rischio ‘alto’ anche le applicazioni di IA che rappresentano un pericolo per la salute, la sicurezza, per i diritti fondamentali dell’essere umano e dell’ambiente.
Ad alto rischio e, quindi, messi al bando, tutti i sistemi che influenzano gli elettori, gli esiti delle elezioni politiche e i sistemi di raccomandazione impiegati dai social media con oltre 45 milioni di iscritti.
La questione della trasparenza e del copyright
Poiché l’IA generativa si basa su modelli elencati, il testo europeo chiede che siano rispettati i principi di trasparenza (dichiarando che il contenuto è stato generato dall’IA): un modo anche per distinguere più facilmente le immagini deepfake da quelle reali e proteggere dalla produzione di testi illegali. Obbligatorio per gli sviluppatori pubblicare le sintesi dettagliate dei dati protetti dal diritto d’autore utilizzati per l’addestramento dei sistemi di IA.
Il testo, approvato dal Parlamento deve ora affrontare i negoziati con i Paesi membri (il primo è stato previsto per la stessa sera del 14 giugno 2023) e la Commissione.