Famiglie arcobaleno in piazza per i diritti dei propri figli
Le famiglie arcobaleno scendono in piazza a Milano, per manifestare contro il Prefetto che ha interrotto la trascrizione dei propri figli sul registro anagrafico voluto dal Comune e contro il Governo che ha votato contro il passaporto unitario europeo, ossia il certificato di filiazione per i figli delle coppie omogenitoriali che permette loro il riconoscimento dei diritti di figli in tutto il territorio dell’Unione.
Con lo slogan Giù le mani dai nostri figli e dalle nostre figlie le famiglie e le associazioni arcobaleno si ritroveranno il 18 maggio 2023 alle h. 15:00 a Piazza della Scala.
Per comprendere quello che sta succedendo bisogna risalire al 2016 quando il costo per l’approvazione della legge sulle Unioni Civili, pagato dal governo di centro-sinistra all’opposizione di centro – destra, fu lo stralcio dell’articolo 5 del disegno di legge Cirinnà, che prevedeva l’estensione anche alle coppie omosessuali il diritto dell’adozione del figlio del partner sia naturale sia adottato.
Si disse all’epoca che per i bambini delle famiglie omogenitoriali già nati (e per quelli che avrebbero continuato a nascere) si sarebbe, successivamente, redatta una legge ad hoc, purtroppo mai arrivata. I figli, pertanto, sono tali soltanto per il genitore biologico. Attraverso un lungo e costoso iter giudiziario e se la sentenza è favorevole si può ottenere il riconoscimento dell’altro genitore che diventa, appunto, genitore adottivo (con l’applicazione della legge di adozione in casi particolari).
La maggior parte dei bambini delle coppie omosessuali sono bambini con i diritti a metà rispetto ai figli delle coppie etero. Per questo il sindaco di Milano Beppe Sala, nel luglio 2022, nella sua qualità di capo dell’ufficio di stato civile, decise di porre rimedio al vuoto legislativo introducendo i certificati anagrafici dei figli con 2 padri o 2 madri.
Non era la prima iniziativa dell’amministrazione meneghina che giù in passato aveva assunto il ruolo da apripista con iniziative simili, ricevendo però una serie di sentenze contrarie risolvibili soltanto con una legislazione adeguata.
La circolare del Prefetto
Come avvenuto pochi giorni fa con l’intervento del prefetto di Milano, su direttiva del Ministero degli Interni, che recependo la sentenza n. 38162 della Corte di Cassazione a Sezioni Unite del dicembre scorso che stabilisce che i bambini nati all’estero con la maternità surrogata siano riconosciuti in Italia come figli di entrambi i genitori attraverso l’adozione approvata dal giudice e non con la trascrizione diretta all’anagrafe (semplice atto amministrativo), ha bloccato l’iniziativa del Comune.
La circolare del Prefetto di Milano dice che dopo aver effettuato un approfondimento, in nome della legge 40 del 2004 che consente la procreazione medicalmente assistita soltanto a coppie etero e vieta la gestazione per altri (maternità surrogata) può essere menzionato sull’atto di nascita soltanto il genitore che ha un legame biologico con il nato. “Parimenti esclusa è la trascrizione di atti di nascita formati all’estero riconducibili alla fattispecie della maternità surrogata, attestanti il riconoscimento di filiazione nei confronti del genitore d’intenzione, privo di legame biologico col minore” conclude la circolare, sollecitando a interrompere i riconoscimenti dei figli di 2 madri nati in Italia, riservandosi di dare indicazioni su quelli nati all’estero.
La bocciatura del certificato di filiazione
A poche ore dalla comunicazione del Prefetto, la maggioranza al Governo di centro – destra, in Commissioni Politiche UE al Senato, ha espresso parere negativo al regolamento europeo che vorrebbe istituire il passaporto unitario, ossia il certificato di filiazione che riconoscerebbe i diritti del figlio in tutta l’Unione: vale a dire se un Paese attribuisce la genitorialità a una coppia omosessuale, questa sarà riconosciuta da tutti gli Stati membri. Allora per un genitore che ricorre all’estero alla gestazione per altri gli basterebbe farsi rilasciare il certificato di filiazione in un altro Stato per ottenere la trascrizione della propria genitorialità anche in Italia.
Soltanto l’Ungheria come l’Italia ha bocciato la proposta europea.
Immagine: Beppe Sala, sindaco di Milano, circondato da bambini di famiglie arcobaleno