21 marzo. Un nome in più tra le vittime innocenti delle mafie
Marcella Di Levrano aveva 26 anni quando fu uccisa dai sicari della Sacra Corona Unita nel 1990, perché aveva collaborato con la giustizia. Le sue informazioni furono utili per istruire il primo maxiprocesso contro la mafia pugliese. Ma la giustizia, ritenendola prossima ai capi, per 32 anni non l’ha considerata vittima della mafia.
Soltanto la tenacia della madre, Marisa Fiorani – che identificò il corpo di Marcella dalla cicatrice di un piede, tanto il volto era sfigurato – con il supporto dell’Associazione Libera contro le mafie è riuscita a dimostrare la collaborazione della figlia “totalmente disinteressata”, come è stata riconosciuta dal Ministero dell’Interno nel novembre 2022.
E così che il nome di Marcella Di Levrano sarà, per la prima volta quest’anno con il sigillo dell’ufficialità, tra quelli nominati il prossimo 21 marzo, Giornata della memoria e dell’Impegno per le vittime innocenti delle mafie.
Questa XXVIII Giornata si svolgerà a Milano, che accoglierà oltre 500 familiari delle vittime di mafia i cui nomi saranno letti ad alta voce, uno ad uno (sono più di mille) alle h. 11:00 a Piazza Duomo, dove approderà il corteo la cui partenza è prevista dalle h.9:00 da Corso Venezia; subito dopo ci sarà l’intervento di Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera e ideatore della Giornata per le vittime innocenti, dal 2017 riconosciuta dalla Stato. Nel pomeriggio si terranno i seminari e gli eventi culturali di approfondimento per le scuole e i gruppi.
La Giornata e la lettura dei nomi in piazza si svolgono ogni anno in una città diversa. Per l’edizione 2023 è stata scelta Milano in occasione del trentennale della strage mafiosa avvenuta in via Palestro (27 luglio 1993), nella quale persero la vita 5 persone, tra vigili del fuoco, polizia municipale, incluso un immigrato marocchino senza tetto; un attentato che è stato inserito nella serie di attentati del 1992-93 dove rimasero uccisero complessivamente 21 persone – tra le quali i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino – e recarono gravi danni al patrimonio artistico.
Milano anche per ribadire il rischio di sottovalutare l’estesa presenza della mafia; non c’è territorio, regione o Stato che possa dirsi estraneo a questo fenomeno, “parassita della democrazia” come lo giudica Libera.
Titolo di questa edizione È possibile, incoraggiante e impegnativo al tempo stesso, commenta Libera. “È possibile, infatti, realizzare una società senza mafie e corruzione se tutti noi viviamo con maggiore forza le responsabilità che ci assegna la Costituzione e se la politica ritorna alla sua originaria vocazione di custode e promotrice del bene comune”.
La vita di Marcella Di Levrano è riportata dal sito: vivilibera.it – storie.
Immagine: Marisa Fiorani, sullo schermo la figlia, Marcella Di Levrano