Ddl Cirinnà. Colpo di ascia alla maternità surrogata

Aula del Senato della Repubblica

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L’approvazione della legge sulle Unioni Civili (Legge Cirinnà, DDL S 2081), è una strada in salita, ma irta di ostacoli.

In Parlamento, motivo di aspre controverse che rischiano di mandare all’aria , una volta in più, l’’approvazione della legge, continua a essere l’articolo 5 del disegno di legge, ossia la stepchild adoption, dietro cui, i detrattori della legge, intravedono una possibile legittimazione della maternità surrogata.

Il 20 gennaio 2016, Giampiero Della Zuanna, ex Scelta Civica attualmente senatore del Partito Democratico, ha presentato come primo firmatario, un emendamento in allegato all’articolo 5  del ddl 2081  in cui si  richiede un rafforzamento ed un’estensione delle pena già prevista per  chi pratica la maternità surrogata.

 

Emendamento Zuanna e Lega Nord

L’emendamento Zuanna prevede, una volta accertata la pratica della maternità assistita, anche se è avvenuta all’estero, una pena carceraria che va dai 6 mesi ai 2 anni di carcere e multa variabile dai 600.000 al milione di euro per i fruitori. Mentre la pena già prevista, per coloro che organizzano e commercializzano tale pratica è portata a un minino di 6 ad un massimo di 12 anni di carcere.

Inoltre, sempre nell’area dei catto-dem (democratici cattolici), si continua a lavorare (attraverso gli emendamenti) sui punti che disciplinano la vita delle coppie di fatto, con riferimento alla legge dell codice civile relativa al matrimonio, con l’intenzione di rimarcare e rafforzare le differenze tra matrimonio e unioni civili.

Si spinge oltre la Lega Nord che  a Roma – in Piazza del Pantheon – ha riunito i suoi deputati e senatori per avviare una raccolta firme fra i cittadini, a sostegno dei 5000 emendamenti che ha presentato al Senato, contro la legge Cirinnà.

 

Fonte: www.ansa.it

 

 

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