Gestualità oltreconfine: sì o no
La maggiore parte delle persone nel mondo muovono la testa da sinistra verso destra quando dicono no. Tuttavia, non considerando il “sì indiano”, in cui il nostro “no” è, appunto, un sì, una area fa l’eccezione.
Nell’ area greca, usano un gesto simile a quello che utilizzano i bambini, staccandosi dal capezzolo della mamma, dopo la poppata. Fateci caso. Muovono il capo “lanciandolo” verso l’alto.
E cosa c’entra con l’Italia?
Alcuni studiosi sono rimasti sorpresi nel ritrovare questo gesto anche nel Sud Italia. Da Roma in su usano il classico “No”, come nel resto d’Europa, ma da Napoli in giù, usano il “No greco”.
Perché? La risposta si cela nella storia antica: più di 2000 anni fa i greci colonizzarono l’Italia meridionale, lasciando un marchio della loro cultura. Gesti inclusi.
Per essere più precisi , un “gesto di frontiera”.
Una linea immaginaria tra Roma e Napoli dove il loro No prevalica su quello classico. Questa linea è nella regione del Massiccio del Matese ed è un fatto stupefacente che è precisamente laggiù il punto esatto in cui ci fu l’espansione greca.
Ancora oggi, i gesti degli italiani rispettano l’antica frontiera: il linguaggio del corpo è molto conversatore.
Un altro gesto che forse viene ancora dalla Grecia è la “mano fico” (termine colloquiale per definire il genitale femminile o il frutto, appunto, del fico).
Nell’antica Grecia, in circostanze speciali, le donne esponevano i loro genitali per rompere dei potenziali incantesimi di magia nera. Questa curiosa cerimonia si ritrova in alcuni dipinti rupestri su alcune chiese cristiane. L’idea era quella di distrarre gli eventuali spiriti maligni, mostrandogli l’essenza femminile.
E ancora:
Se un italiano tocca il suo lobo, e come se stesse dicendo a un altro uomo “sei un poco effeminato…dovresti indossare gli orecchini”. In un contesto rigidamente eterosessuale, suggerire ad un uomo di essere effeminato può portare facilmente a una esplosione di rabbia, e di violenza…
…sperando non siano portoghesi. In Portogallo, lo stesso gesto significa che qualcosa è molto buono, speciale, magnifico!
La gestualità così come l’espressione orale non sfugge a pre-giudizi ed atteggiamenti non inclusivi. Da gestire dunque con buon senso ed intelligenza, come ogni manifestazione umana.