Taggato: Aung San Suu Kyi

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Aung San Suu Kyi alla Corte dell’Aja

Aung San Suu Kyi, la leader birmana, il 10 dicembre 2019 sarà interrogata dalla Corte penale internazionale dell’Aja per rispondere di sé e del suo Paese, il Myanmar (ex Birmania) dell’accusa di genocidio perpetrato contro la minoranza musulmana Rohingya

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Revocato il premio di Ambasciatrice della coscienza ad Aung San Suu Kyi

L’organizzazione umanitaria Amnesty International ha revocato la sua massima onorificenza al leader de facto birmano, Aung San Suu Kyi, per aver ‘tradito i valori per cui un tempo si era battuta’, facendo riferimento alle violenze e deportazioni a cui è stata costretta la minoranze islamiche Rohingya in Myanmar

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Papa Francesco chiama i Rohingya col proprio nome e gli chiede perdono in nome del mondo

Se in Myanmar Papa Francesco, accogliendo le richieste di non nominare i Rohingya, ha parlato del futuro possibile del Paese soltanto se basato sul rispetto di ogni sua etnia, nel Balngladesh il Pontefice ha chiamato la comunità islamica con il suo nome, chiedendole perdono in nome del mondo. L’incontro tra Francesco e Aung San Suu Kyi

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Aung San Suu Kyi, il discorso che non convince

Per la prima volta Aung San Suu Kyi, leader del Myanmar e premio Nobel per la Pace, con un discorso pubblico affronta della situazione dei Rohingya dopo la crisi dell’agosto 2017. Parole costernate ma poco promettenti. Le razioni dell’Onu, del Dalai Lama e dell’opinione pubblica

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Rohingya. 379mila rifugiati in 20 giorni

Di giorno in giorno, aumenta in forma esponenziale, il numero dei rifugiati Rohingya in Bangladesh, dopo l’inasprimento della crisi dell’agosto 2017. Secondo il Segretario Generale dell’Onu la questione della minoranza etnica rischia di destabilizzare l’intera regione

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Lettera aperta all’Onu per porre fine alla crisi umanitaria dei Rohingya in Myanmar

23 uomini illustri del mondo, fra i quali molti premi Nobel per la pace, politici e attivisti di varie nazionalità, hanno scritto una lettera aperta al Consiglio di Sicurezza dell’Onu affinché intervenga per porre fine alla crisi “umanitaria dei Rohingya” che definiscono pari a “una pulizia etnica” in corso