Le conseguenze dell’abuso di antibiotici nell’età infantile

L’eccessiva somministrazione di antibiotici nel corso dei primi 5 anni di vita dei bambini, come avviene nei Paesi a basso e medio reddito, significa danneggiare la loro capacità di combattere gli agenti patogeni e aumenta la resistenza agli antibiotici in tutto il mondo, che sappiamo essere una minaccia per la salute globale.

È quanto asserisce lo studio condotto dagli istituti Swiss Tropical and Public Health Institute (Swiss TPH) e Harvard TH Chan School of Public Health, pubblicato su The Lancet Infectious Diseases.

In quelle aree del mondo i bambini si ammalano più facilmente e l’abuso di antibiotici nell’età infantile era già noto. Un’indagine antecedente aveva rivelato come in Tanzania al 90%  dei bambini, ricoverati in struttura sanitaria, viene somministrato un antibiotico, quando soltanto il 20% ne avrebbe effettivamente bisogno.

Il nuovo studio  fornisce “un quadro più completo dell’esposizione pediatrica agli antibiotici nei Paesi a basso e medio reddito – spiega la coautrice Jessica Cohen dell’Harvard School – perché ha combinato i dati forniti dalle famiglie (dove e quando i bambini sono stati curati), con le osservazioni dirette degli operatori sanitari”.

Il team di ricerca, infatti, ha analizzato i dati dal 2007 al 2017 provenienti sia dalle strutture sanitarie sia dai sondaggi condotti presso la platea dei familiari dei bambini dei seguenti 8 Paesi: Haiti, Kenya, Malawi, Namibia, Nepal, Senegal, Tanzania e Uganda. In media, hanno osservato i ricercatori, i bambini hanno ricevuto 25 prescrizioni di antibiotici duranti i primi 5 anni di vita, quando in molti Paesi ad alto reddito per la stessa fascia di età, 2 prescrizioni di antibiotici l’anno sono già considerate eccessive.

L’81% delle prescrizioni sono state redatte per contrastare le malattie respiratorie, nel 50% dei casi per bambini con diarrea e nel 28% per piccini con la malaria.

Il numero delle prescrizioni comunque varia da Paese a Paese: in Uganda si arriva fino a 12 l’anno, mentre in Senegal la media di prescrizioni di antibiotici è di 1 l’anno, raggiungendo la media europea, ritenuta comunque di troppo.    Perché, spiega Valérie D’Acremont della Swiss TPH e co-autore dello studio, per la maggior parte di casi si tratta di “infezioni di origini virali”, gli antibiotici, dunque, sono vani e per di più dannosi perché “distruggono la flora intestinale naturale che è essenziale per combattere i patogeni”,  e si riflette anche sullo stato di salute postuma, posto che numerosi studi precedenti hanno dimostrato come il microbiota intestinale infantile incide in modo preponderante sullo sviluppo e il funzionamento del sistema immunitario anche in età adulta.

Per questo lo SWISS TPH prosegue l’indagine per comprendere meglio l’impatto sulla salute dell’abuso di antibiotici sui bambini, confrontando le politiche sanitarie a livello nazionale per individuare migliori pratiche che portino alla riduzione dei tassi di prescrizione degli antibiotici.

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