Uguaglianza costituzionale per i bambini delle coppie omogenitoriali

Dopo la condanna del Parlamento europeo al governo italiano per le istruzioni date “alla municipalità di Milano di sospendere la registrazione delle adozioni delle coppie omogenitoriali” avvenuto nel marzo scorso, le famiglie arcobaleno hanno ottenuto un altro risultato importante dalla Procura di Padova.

Sulla decisione di impugnare gli atti anagrafici di due mamme – che comporterebbe la cancellazione della patria potestà per la mamma non partoriente (denominata intenzionale), la Procura di Padova ha deciso per l’opportunità “che la Consulta torni ad esaminare la questione”.

L’antefatto

Tutto nasce dalla circolare n.3/2023 emessa dal Ministero dell’Interno in data 19 gennaio 2023, a seguito della sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione del 30 dicembre 2022 (n.38162/22) che ha negato la trascrizione di un atto di nascita di un bambino nato in Canada, attraverso la pratica GPA (Gestazione per altri) a una coppia di uomini italiani, perché “contraria all’ordine pubblico”.

La circolare raccomandava ai Sindaci di osservare puntualmente e uniformemente gli indirizzi giurisprudenziali della sentenza della Cassazione, come ha fatto il Prefetto di Milano che ha chiesto al Comune di non trascrivere i certificati di nascita esteri dei figli delle famiglie omogenitoriali. Ciò accadeva nel marzo scorso.

La Procura di Padova

A distanza di qualche mese è stata la volta della Procura di Padova che ha fatto di più, impugnando i certificati trascritti dal 2017 dal sindaco Sergio Giordani, equivalenti alla registrazione di 33 bambini di due mamme (entrambe fino ad allora con la patria podestà), nati dalla fecondazione eterologa all’estero, anche se la Cassazione si era pronunciata in merito a una coppia di uomini diventati padri ricorrendo alla GPA, questa sì vietata in Italia perché contraria all’ordine pubblico. Mentre l’eterologa è una pratica legale in Italia soltanto per le coppie eterosessuali, sposate o conviventi, escludendo anche i single.

La Procura di Padova chiedeva che i certificati fossero modificati in modo che venisse riconosciuta la patria podestà soltanto alla madre partoriente, rendendo i bambini orfani di un genitore  e, inevitabilmente, originando processi civili che stabilissero il da farsi caso per caso, alcuni – come quello delle due mamme – in calendario per il 14 novembre 2023.

Il cambiamento della posizione

Ma la stessa Procura durante l’udienza ha “cambiato posizione”  come ha spiegato l’avvocata di difesa delle due mamme, Susanna Lollini, alla fine del dibattimento in aula;  dopo aver impugnato i quasi 40 atti di nascita, la Procura ha chiesto al Tribunale di inviare gli atti alla Corte Costituzione per tutti i casi in esame.

Uguaglianza costituzionale

Se tale richiesta sarà accolta, la Consulta dovrà pronunciarsi in merito alla legittimità della legge 40 che regola la procreazione assistita e fare chiarezza in modo definitivo, estendendo i diritti genitoriali alle famiglie arcobaleno; stabilendo definitivamente “l’uguaglianza costituzionale”, come è richiesto dal manifesto Affermazione costituzionale, pubblicato della Rete Lenford – Avvocatura per i diritti Lgbt+.

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