Dalla parte dei bambini
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.
Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, Articolo 1
Maternità surrogata: come e perché
Per maternità surrogata (detta anche di appoggio o di sostegno, ma più comunemente denominata utero in affitto), s’intende una pratica medica che permette a chi vuole diventare genitori, ma si trovano nell’impossibilità di procreare, di rivolgersi a una donna, la quale dietro un compenso pattuito, si presta a portare avanti la gestazione e una volta partorito e a consegnare ai “committenti” il nascituro.
A rivolgersi alla maternità sono single, coppie eterosessuali e omosessuale, per cui il processo di fecondazione varia a secondo delle necessità. Sempre in vitro, la fecondazione avviene con semi e ovuli della coppia o di donatori terzi, mai (almeno così dovrebbe essere) con l’ovulo della donna che sarà portatrice della gravidanza, una volta ricevuto l’impianto dell’ovulo fecondato.
Cosa succede in Italia
Legale in vari paesi del mondo, in Italia questa pratica medica è vietata dalla legge 40 del 2004 (normativa che regola l’insieme delle tecniche mediche, nell’ambito della procreazione assistita), divieto ribadito da una sentenza dalla Corte di Cassazione Civile, dell’11 novembre del 2014.
Ma tale preclusione non è certo un ostacolo per i tanti italiani che, decisi di diventare genitori attraverso la maternità d’appoggio, da tempo si recano all’estero, creando a un fenomeno che taluni, forse con poca eleganza ma con molto realismo, definiscono “turismo procreativo”.
Le conseguenze del divieto
Eluso il problema, trovata la soluzione? Non proprio. E’ vero che la legge 40 prevede sanzioni soltanto per chi commercializza e organizza in Italia la maternità surrogata e non per gli aspiranti genitori. Ma questi ultimi, una volta rientrati in patria e affrontano l’iscrizione all’anagrafe del nuovo nato, conformemente alle leggi del paese straniero prescelto, rischiano di incorrere nel reato di alterazione di stato, ossia falsa dichiarazione del certificato di nascita, punibile penalmente.
Un bailamme giuridico che inevitabilmente, coinvolge anche i bambini sottoponendoli a disagi se non a sofferenze, che rischiano di segnarli emotivamente per il resto della loro vita. Infatti, la sentenza sopra citata del ’14, ribadendo che la surrogazione di maternità in Italia è vietata perché contraria all’ordine pubblico, non ha riconosciuto la genitorialità della coppia italiana e ha dichiarato lo stato di abbandono e, quindi, di adottabilità del bambino, nato tre anni prima da una donna ucraina su commissione della stessa coppia italiana.
Non è stato un caso isolato. In Italia, la dichiarazione dello stato di adottabilità di un bambino frutto di un accordo di maternità surrogata, sottratto ai genitori e dato in affidamento ai servizi sociali o a genitori adottivi, è stata motivo di più di una sentenza. E non stupisce che si sia giunti fino alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Il 27 gennaio del 2015, infatti, Strasburgo, su ricorso di una coppia italiana, si è pronunciata in tal senso. La coppia ricorrente, accusata in Italia di “false dichiarazioni nello stato civile” e di essere sfuggita alle norme dell’adozione internazionale, era stata privata del loro bambino, nato in Russia nel 2011 e dato in affido nel 2013, a soli nove mesi di vita, a una famiglia di genitori adottivi.
La Corte europea ha dichiarato che l’elusione della legge italiana commessa dai genitori committenti, non è motivo sufficiente per prevalere sull’interesse superiore del minore. I giudici hanno ribadito che togliere un bambino ai genitori, anche se tali per maternità surrogata, è una misura estrema da applicare soltanto in caso di grave e immediato pericolo per il minore, condizione estranea alla coppia ricorrente.
Ma la stessa Corte pur condannando l’Italia, non l’ha obbligata a “retrocedere” il bambino ai genitori, perché sostiene che il piccolo abbia, nel frattempo, sviluppato un rapporto affettivo con la famiglia affidataria.
A conforto di un quadro desolante ci vengono in aiuto soltanto due sentenze italiane dei tribunali di Bologna e Milano, rispettivamente nel 2014 e nel 2015, che hanno assolto coppie imputate del reato di alterazione di stato.
Il futuro dei bambini
La maternità assistita, com’è naturale, suscita molti dibattiti di carattere etico e di carattere giuridico. Si tratta di un tema estremamente delicato che coinvolge le coscienze e, come tale, tende a creare fronti opposti che lottano affinché la propria convinzione si affermi sull’altra, senza giungere mai a una sintesi.
Nel pieno rispetto delle opinioni di tutti, sembra che nel dibattimento, per quanto importante, ci si dimentichi di considerare di come e quanto la surrogazione di maternità sia ormai una realtà consolidata e, come tale, è urgente l’intervento del legislatore per regolarla, affinché non siano perpetuate ingiustizie che se già gravi per gli adulti, diventano intollerabili nei confronti dei bambini. Per i quali è diritto inalienabile, una volta venuti al mondo, crescere sereni e senza traumi gratuiti, accanto a chi li ama.
Fonti giuridiche consultate