Come contrastare un oceano di plastica
Non è stato il primo e per fortuna non sarà l’ultimo progetto che la Worldrise, una onlus ideata da giovani, porta alla conoscenza degli alunni delle scuole e a tutti coloro che amano la natura ed in particolare il mare. Così l’incontro svoltosi presso il MuSel dove il 1° settembre 2018 è stato proiettato il pluripremiato documentario britannico A Plastic Ocean, ha riscosso successo ed attenzione.
Conservare la bellezza degli oceani dall’invasione della plastica è fondamentale per la salute dell’uomo e del pianeta stesso. L’80%- 90% dell’ossigeno che respiriamo lo produce il mare, il 93% dei gas serra, è assorbito dalle acque oceaniche, se così non fosse la temperatura sulla terra subirebbe un surriscaldamento insopportabile. Otto milioni di tonnellate di plastica finiscono in mare e diventano trappole mortali per i pesci ed anche per gli uccelli.
Nell’atollo dove gli Albatros nidificano e partoriscono è stato evidenziato come i piccoli muoiano subito perché sono nutriti dal cibo rigurgitato che contiene anche il 92% di piccole particelle di plastica.
In Italia da qualche anno c’è una legge che obbliga i pescatori a raccogliere il pescato in cassette di polisterolo che possono essere usate solo due volte e poi sono gettate nella maggior parte dei casi in mare. In Francia viceversa è vietato così come negli Usa ed in Nuova Zelanda dove la produzione di questo materiale è stata bloccata.
Un tempo le tempeste e le mareggiate portavano sulle spiagge solo legno oggi invece sono ricoperte dal polisterolo. Quindi c’è un grave ritardo tra il valutare le cose corrette da farsi e l’agire di conseguenza.
Un progetto presentato è chiamato: Batti 5 e sta tutto in una mano, primo ridurre il consumo di plastica, secondo riutilizzare gli oggetti per un successivo uso, terzo riciclare correttamente il prodotto, quarto raccogliere i rifiuti quando si lascia la spiaggia, quinto raccontare quello che si deve fare e che ognuno fa. E se si vede qualcuno che getta per strada bottiglie ed altro, per il semplice fatto che pensa: “Non voglio spazzatura nel mio cortile” prova a ricordare che l’oceano è il cortile di tutti.
Oggi balene e capodogli scambiano la plastica frantumata come fosse krill e così dopo i recenti spiaggiamenti nell’intestino di questi mammiferi è stata trovata una quantità mortale di polisterolo. In un anno finisce nell’oceano una quantità di questo prodotto pari allo svuotamento del carico di un camion ogni minuto.
Il Mediterraneo, purtroppo, ha una zona tra la Toscana e la Corsica ove sono depositate particelle di microplastica pari a circa 10 kg al m2 per kilometro.
Esistono poi 10 regole che la North Sails, che sponsorizza Worldrise in questo viaggio intorno al mondo, ha dettato ai volontari perché siano diffuse il più possibile tra i giovani:
1) rifiutare la plastica monouso, perché quasi tutto è usato per una volta sola;
2) fare la spesa acquistando prodotti con pochi imballaggi;
3) usare borse di cotone per trasportare gli alimenti perché possono essere lavate e riutilizzate;
4) non usare dentifrici o detergenti che contengono polietilene;
5) usare la borraccia;
6) non usare le cannucce per bere drink;
7) usare la caffettiera, l’aroma della bevanda sarà più piacevole;
8) usare sempre contenitori riutilizzabili;
9) non adoperare piatti e posate in plastica;
10) usare la fantasia e da ciò che si potrebbe buttare creare un qualcosa di divertente.
D’accordo non si può mandare all’aria industrie, fabbriche, negozianti, ma oggi tutto è di plastica: imballaggi, vestiti, giocattoli, cosmetici.
Sapere però qualche cosa di più non ci farà certo male, è nel nostro interesse conoscere il problema perché così facendo, questo nostro interesse può portare a favorire un cambiamento ed una sensibilizzazione educativa verso una vita più sostenibile nostra e del nostro mare.